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Economia e lavoro | 07 maggio 2025, 07:00

L’Ucraina rischia nuovamente la bancarotta

La scorsa settimana il governo ucraino ha dichiarato il fallimento delle trattative coi creditori sulla ristrutturazione del debito pubblico.

L’Ucraina rischia nuovamente la bancarotta

La scorsa settimana il governo ucraino ha dichiarato il fallimento delle trattative coi creditori sulla ristrutturazione del debito pubblico. I negoziati vertevano in particolare su una tranche di 600 milioni di dollari in scadenza il 31 maggio. Come riferisce il sito Strumenti Politici, se entro tale data Zelensky non riesce a farsi prolungare il credito, l’Ucraina potrebbe vedersi costretta ad andare in bancarotta. Kiev in questo momento non è assolutamente in condizione di restituire quella somma, perciò il default rappresenta di nuovo una possibilità reale e imminente. Il Fondo Monetario Internazionale chiede di fare sforzi per raggiungere un’intesa coi creditori anche sui cosiddetti warrant sul PIL, titoli legati alla crescita economica del Paese. Un rialzo in effetti c’era stato nel 2023, e adesso gli investitori vogliono il dovuto. Ma come spiega il Ministro delle Finanze, era soltanto un sussulto dopo il crollo del 30% seguito alle ostilità militare. In altre parole non una crescita reale. 

Senza un accordo sul pagamento degli warrant, l’FMI avverte del pericolo che corre il programma di aiuti da 15,6 miliardi, denominato dispositivo di finanziamento esteso o EFF. Peraltro pende su Kiev pure la previsione negativa dell’aumento del debito pubblico di un altro 110%. Un piccolo sospiro di sollievo è arrivato qualche giorno fa dalla conclusione del patto sulle risorse minerarie siglato con gli americani. Dopo trattative complicate, che in certi frangenti hanno dato scandalo, con concessioni reciproche si è arrivati all’accordo. C’è ancora molto da verificare, ma per il momento la notizia ha dato una spintarella ai titoli statali che già salivano. Le obbligazioni estere ucraine a scadenza 2036 hanno preso 2,2 centesimi di dollaro, gli warrant sul PIL invece 2,1 centesimi.









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