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Economia e lavoro | 11 luglio 2025, 12:53

Camurati, nuovo incontro in Comune: "Vogliamo mantenere tutti i posti di lavoro: serve un accordo condiviso"

Il punto vendita di piazza Adriano al centro del confronto con i sindacati. L'azienda: "Vogliamo traghettare il momento difficile, proponiamo il contratto di solidarietà di un anno: la maggior parte dei dipendenti è d'accordo". Il Comune: "Pronti a facilitare l'accordo"

Lo storico negozio di Camurati, in piazza Adriano

Lo storico negozio di Camurati, in piazza Adriano

Piazza Adriano perde un suo elemento storico: si tratta del negozio di Camurati, che da sempre (o quasi) vegliava sul passaggio delle auto zona tribunali e il verde del parchetto di fronte a lui. 

Nei giorni scorsi si è discusso del suo futuro in occasione di un incontro in Comune, alla presenza dei sindacati. Ma questa volta è toccato ai rappresentanti dell'azienda prendere la parola all'interno della Sala Orologio del municipio di Torino, dopo aver esposto già nei giorni scorsi il loro punto di vista. Presente il titolare del negozio, Raimondo Camurati, figlio di Roberto scomparso nel 2020 e insieme ad altri esponenti dell'azienda, così come alcuni rappresentanti dei sindacati erano presenti come uditori. Oltre ai consiglieri, in commissione, presente anche la vicesindaca di Torino, Michela Favaro.

Costi e situazione pesante
"Già in passato abbiamo chiesto incontri alla parte sindacale per trasparenza in una situazione non facile, ma che vogliamo affrontare in maniera non traumatica - dice Giovanna Pacchiana, avvocato che segue Camurati -. Si voleva continuare a credere e investire in questa azienda, tanto che Raimondo Camurati ha acquistato l'edificio di cui non era proprietario. Ma ha trovato una situazione debitoria importante, con costi pesanti e magazzino vecchio con merce non venduta addirittura dal 2010. Per questo si è pensato di riorganizzare la struttura e si è deciso di rinunciare al punto vendita di piazza Adriano, anche per i costi molto elevati e con il fatturato che soffriva maggiormente. Sull'altro lato, vista la visibilità, è arrivata un'offerta per l'immobile mentre l'attività si concentrerà sugli altri punti vendita. Questo avrà un impatto sul personale, ma proprio per questo è iniziato il dialogo con i sindacati per traghettare questo periodo salvando tutti i posti di lavoro, compresi gli esuberi legati alla chiusura del punto vendita".

Contratto di solidarietà per ripartire
"Si è prospettato un contratto di solidarietà con una riduzione del 37,5% delle ore - prosegue - per un anno e senza andare oltre quella soglia. Ma da parte dei sindacati è stata espressa contrarietà alla soluzione, mentre 25 dipendenti su 32 ci hanno ribadito di essere orientati al contratto di solidarietà, per mantenere il posto di lavoro. Cerchiamo un percorso condiviso, in accordo con i sindacati. L'estate sarà un periodo difficile, come per tutte le profumerie, ma si spera che da ottobre/novembre possa andare meglio".

"L'attenzione prioritaria va ai lavoratori e alle loro famiglie - sottolinea Favaro -, ma va fatta una riflessione anche sul mondo del commercio di vicinato della città. Dobbiamo pensare a quali azioni mettere in atto come amministrazione per aiutare questo settore mentre cambiano le abitudini di consumo e cambia la composizione demografica". Mentre l'assessore comunale al commercio, Paolo Chiavarino, aggiunge: "Torino paga una parabola discendente del manifatturiero, oltre alla presenza dell'e-commerce e una pandemia che ha cambiato le abitudini della clientela. Se possibile, vogliamo essere facilitatori di un accordo".

Il dibattito dei consiglieri
"L'imprenditore deve comportarsi da buon padre di famiglia - dice il consigliere di Forza Italia, Domenico Garcea - e magari accompagnare verso la pensione quei dipendenti che erano vicini al traguardo. Non si può solo sperare che il black friday faccia ripartire gli affari. Bisogna farsi carico dei bisogni dei collaboratori, anche in termini di tfr. Chiudere i negozi, poi, vuol dire creare solo degrado. Se si vuole vendere, allora si pensi prima al tfr dei dipendenti".

Andrea Russi, capogruppo M5s in Sala Rossa, aggiunge: "Dai numeri il calo del fatturato è evidente ed è comprensibile che l'azienda cerchi di avanzare delle proposte. Ma bisogna tenere presenti i risvolti lavorativi: il contratto di solidarietà deve essere strumento di tutela e non di precarizzazione, se mancano elementi di pianificazione. Un'esperienza come quella di Camurati va accompagnata e non solo vigilata. Vengono poi segnalati problemi legati alla sicurezza: ci sorprende, essendo una zona che non ha mai mostrato grossi rischi".

Silvio Viale, consigliere +Europa, sottolinea come "non fosse scontata la presenza dell'azienda in commissione: non accade così frequentemente, in situazioni simili. Sono sostanzialmente favorevole all'ipotesi del contrato di solidarietà, ma bisogna capire anche con i sindacati quale sia la soluzione migliore. Bisognerebbe capire quanti sono vicini alla pensione".

"Bisogna approfondire gli scenari futuri - dice la consigliera Amalia Santiangeli -: bisogna capire cosa succede nel medio termine rispetto a questa situazione, ma anche rispetto alle altre". Mentre Valentino Magazzù, consigliere del Pd, aggiunge: "Il contratto di solidarietà permette di fare uscite per i dipendenti che sono prossimi alla pensione e  potrebbe essere un'ipotesi praticabile, se ci sono interessati". Pietro Tuttolomondo (Dem) riconosce le difficoltà di un mercato che è cambiato, rispetto a metodi tradizionali: "Spero si trovi un accordo con le parti sindacali, anche se con l'inflazione di oggi una decurtazione del 35% dello stipendio può non essere semplice da affrontare".

"Siamo tutti interessati alla stessa finalità - conclude Pacchiana -: l'impatto peggiore potrà essere al massimo di 255 euro al mese, ma con l'integrazione del reddito da parte della cassa integrazione. Speriamo che, se ci sarà una ripartenza del lavoro, questa decurtazione possa ridursi in fretta. Siamo disposti a ritrovarci ogni 90 giorni con le parti sindacali per monitorare la situazione. L'ipotesi di contratto di solidarietà, peraltro, che nel frattempo preclude ogni licenziamento, sarebbe distribuita su tutti i dipendenti Camurati, non solo quelli di piazza Adriano, che sarebbero assegnati agli altri punti vendita. Peraltro, non ci sono situazioni particolarmente vicine alla pensione".

"Strumento non necessario, che penalizza"
La posizione dei sindacati, però, non cambia. "Noi non ravvediamo la possibilità di utilizzare un ammortizzatore che penalizza i lavoratori dal punto di vista economico - dice Luca Sanna, di Uiltucs -. Le persone coinvolte sono ormai molto poche e basterebbe, per queste poche unità, aspettare gennaio mentre le si fa lavorare negli altri punti vendita. E quindi fare il punto, se il mercato sarà davvero ripartito dopo Natale".

Massimiliano Sciullo

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