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Eventi | 08 maggio 2025, 16:21

Sulla via dell’Everest, l’avventura della torrese Lisa Bellion

Domani nella sede del Cai Val Pellice presenterà il trekking in Nepal dello scorso autunno

Lisa Bellion sulla cima del Gokyo Ri

Lisa Bellion sulla cima del Gokyo Ri

Un’esperienza a passo lento verso la cima più alta del mondo, ammirando il panorama e affrontando gradualmente l’altitudine e le condizioni meteorologiche non sempre favorevoli. Lisa Bellion racconterà il suo viaggio all’interno del progetto ‘I soci in viaggio’, organizzato dal Cai sezione Uget Val Pellice.

Vive a Torre Pellice, ha 45 anni ed è impiegata alla Diaconia Valdese, dove si occupa di progettazione e gestione di fondi. D’estate lavora invece in un rifugio in Valle D’Aosta. Il suo contatto con il Cai risale all’iscrizione per accedere a un corso di arrampicata: “Ho iniziato così, poi, frequentando molto la montagna, mi sono associata e attualmente sono parte del gruppo di revisione dei conti”, afferma Bellion.

Tra paesaggi primordiali e neve in quota

Bellion ha condiviso l’esperienza in Nepal con un gruppo di 10 persone del Cai di Cervasca. Il presidente ha organizzato il viaggio, durato 22 giorni, di cui 11 di escursione, con partenza il 26 ottobre e rientro il 15 novembre, appoggiandosi a un’agenzia di trekking a Katmandu.

“Una volta arrivati a Katmandu, abbiamo dedicato una giornata alla visita della capitale e poi ci siamo trasferiti a Manthali, dove normalmente partono i voli per Lukla, punto da cui parte il trekking per il campo base Everest.” Ma lì la fortuna non è stata dalla loro parte. “Lì le condizioni metereologiche sono molto complesse, basta un niente e non si vola, perché l’aeroporto di Lukla è molto pericoloso, c’è un’unica pista e l’aereo non ha molto margine di errore – spiega Bellion –. Abbiamo dovuto attendere 2 giorni interi prima di riuscire a fare un volo, la terza mattina siamo riusciti a partire usando un trasporto in elicottero. A pilotarlo è stato l’alpinista Simone Moro”.

Da Lukla è partito il trekking. Gli escursionisti durante le loro tappe hanno soggiornato nei tipici lodge, prenotati in anticipo. Non sono arrivati esattamente al campo base Everest perché con il ritardo nella partenza iniziale hanno dovuto modificare parte del trekking. “Abbiamo perso un giorno di acclimatamento per riuscire a raggiungere almeno la parte più in alto verso l’Everest. Sicuramente rispetto al programma iniziale abbiamo dovuto bruciare un po’ le tappe, ma comunque l’Everest siamo riusciti a vederlo”.

Il tempo è poi di fatto migliorato in alta quota, nonostante una perturbazione che ha portato neve in quota. “È stato bellissimo perché ovviamente il paesaggio si è ulteriormente arricchito. Una neve che si poteva tranquillamente superare senza attrezzature alpinistiche, noi avevamo dietro i ramponcini. Però le temperature sono scese parecchio, abbiamo sforato, almeno a percezione, i -20. Personalmente ho patito molto freddo e nonostante fossimo preparati ci sono stati dei momenti di fatica. Sono stata invece molto fortunata con l’acclimatamento, non ho sofferto né di mal di testa né di problemi di pressione”.

Tra gli aspetti più entusiasmanti dell’esperienza per Bellion c’è naturalmente il panorama da cui si è circondati e le sensazioni che ne derivano. “Sono immagini che assolutamente ti assorbono, il paesaggio è talmente grandioso, e se vogliamo anche primordiale, che assolutamente conquista. Non mi ha immaginavo che fosse così coinvolgente”. Un cammino che, vista la necessità di salire gradualmente in quota, diventa quasi meditativo. “È molto bello, perché anche all’interno del gruppo poi si ha molto tempo per sé, per osservare e farsi riempire da questi paesaggi meravigliosi”, racconta Bellion.

La quiete della montagna che si oppone completamente al caos della città: “Mi ha colpito la cultura e la gentilezza del popolo nepalese, l’accoglienza che ha verso i turisti. C’è questa differenza incredibile che è evidente tra città e montagna. Quando sali in quota e cominci a camminare, sembra di entrare in un mondo antico, in una dimensione per noi talmente lontana che sembra impossibile”.

Bellion aveva già affrontato il trekking dell’Alto Atlante in Marocco nel 2013, raggiungendo la cima del Jbel Toubkal, e il Selvaggio Blu in Sardegna nel 2023.

L’appuntamento

La torrese racconterà del suo viaggio, mostrando foto e video, domani, venerdì 9 maggio, alle 21, in piazza Gianavello 30 a Torre Pellice, nella sede Cai Uget Valpellice. La stessa sera tornerà per la seconda volta, dopo la presentazione del 7 febbraio, l’esperienza di Alessandro Plavan, Marina Cairus e Alain Pontet sul Kilimangiaro. L’evento è aperto a tutti.

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