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BuonGiro | 16 maggio 2025, 08:00

La maxi caduta e la neutralizzazione, i velocisti possono fare la volata e i big si mettono al riparo: scelta giusta al Giro?

In 40 cadono per l'asfalto come una saponetta. Si ritira Hindley. Follia di una coppia anti Israele: in mezzo alla strada con una sorta di cavo e un nastro bianco e rosso. Oggi primo arrivo in salita

Photo credits: LaPresse. Dal comunicato stampa Rcs Sport

Photo credits: LaPresse. Dal comunicato stampa Rcs Sport

Una giornata e una tappa da mettere nel dimenticatoio. Ma nel tempo stesso anche da ricordare perché non va mai messa in secondo piano la sicurezza, l'incolumità dei corridori.

La maxi caduta ai -70 km che ha visto coinvolti 40 corridori a causa di un asfalto reso dalla pioggia un misto tra una saponetta e il ghiaccio ha portato l'organizzazione prima a neutralizzare la corsa e poi a stopparla per fare rientrare i ciclisti coinvolti.

Il gruppo era pronto a fare le barricate, troppo rischioso continuare a correre ad alta velocità, così la direzione di gara e il collegio di giuria hanno optato per la neutralizzazione totale del tempo con l'apertura a chi se la sentisse di giocarsi la volatona a Napoli.

Così facendo la maglia rosa Pedersen e i big della generale hanno deciso poi di non rischiare arrivando con calma dopo i velocisti. Come biasimarli, anche se nel passato forse questo non sarebbe avvenuto. E non sono mancate le discussioni sul fatto che con la possibilità per le ambulanze di potersi ristabilire nel gruppone la corsa avrebbe potuto tranquillamente essere proseguita senza neutralizzare i tempi e i punteggi. Anche perché il finale era praticamente asciutto. E' come aver deciso di "mandare al macello"(mi si passi il concetto crudo), i velocisti e i gregari che hanno rischiato di fare la volata per salvaguardare per lo spettacolo i big, che hanno fatto una passerella fino al traguardo. Scelta difficile assolutamente e in un momento concitato sotto pressione. E poi senza discussioni, che Giro sarebbe?

La volatona la vince Groves ben traghettato, la Visma invece sbaglia la tattica mandando in attacco d'anticipo Van Aert che invece avrebbe dovuto stare al fianco del compagno Kooji penalizzato nella volata dalla spallata di Moschetti poi retrocesso all'ultimo posto. Fretin e un tosto Magnier (era rimasto coinvolto nella caduta) chiudono il podio. Italiani al quinto, settimo e ottavo posto con Lonardi, Marcellusi e Mozzato.

Saluta il Giro Jay Hindley fondamentale scudiero di Roglic devastato dalla maxi scivolata. Per terra anche l'altro compagno dello sloveno Daniel Martinez e Carapaz, che hanno concluso, pare, senza particolari problemi.

Ha chiuso un mercoledì confuso, una protesta contro Israele, contestando anche la partecipazione della Israel Premier Tech alla Corsa Rosa. Legittimo se fosse stata una protesta limitata agli striscioni. Invece una coppia con un nastro bianco e rosso e una sorta di cavo di colore nero, erano infatti vicino ad un distributore di benzina (la donna sventolava anche una kefiah) hanno attraversato la strada al passaggio dei fughisti di giornata Taco Van der Hoorn e Enzo Paleni rischiando di farli cadere. Non pago poi durante il passaggio del gruppo l'uomo ha sventolato sempre la kefiah e solo l'intervento di una persona ha evitato il peggio.

Una follia che poteva avere grosse conseguenze. 

IL COMMENTO TECNICO di Marco Rebagliati:

7° Tappa, da Castel di Sangro a Tagliacozzo per un totale di 168 km e 3500 metri di dislivello. Primo arrivo in salita di questo Giro in una tappa dove non c'è un metro di pianura. È tutto un su e giù con la salita di Monte Urano (con pendenze fino al 14%) e Vado della Forcella ela metà tappa. Nel finale la salita di 12 km al 5,5% di pendenza media con punte al 14% porta all'arrivo di Tagliacozzo, dove vedremo il primo duello tra i pretendenti alla vittoria finale di questo Giro.

Photo credits: LaPresse. Dal comunicato stampa Rcs Sport

Lucia Mondini

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