È febbre da Alessandro Barbero al Salone Internazionale del Libro di Torino, dove i "Vassalli del Magister" – così sono stati soprannominati dai vari fan club dello storico – hanno atteso l’evento in fila già tre ore prima dell’inizio.
In coda da ore prima dell'inizio
Davanti a una platea enorme, con migliaia di persone riunite all’interno dell’Auditorium del Lingotto Fiere, il professor Barbero, affiancato dalla storica Anna Foa, ha affrontato il tema La guerra delle parole. Al centro dell’incontro, il confronto tra democrazia e autocrazia. Secondo lo storico, infatti, accanto ai conflitti economici e militari esisterebbe anche una vera e propria battaglia linguistica.
I barbari secondo Barbero
L’appuntamento è stato concepito per offrire al pubblico strumenti utili a comprendere più a fondo il significato storico di alcune delle parole più controverse del nostro tempo. Sono stati quindi scelti quattro termini emblematici che evocano scenari bellici. Tra questi, spicca la parola identità, selezionata in riferimento ai volumi 'Barbari' di Alessandro Barbero e 'La famiglia è' di Anna Foa.
"Per esempio, storicamente i barbari venivano identificati come 'quelli che non sono noi'. Ma allora, chi siamo noi? Per i Greci, i Romani erano barbari. Il punto è proprio questo: ognuno è sempre il barbaro di qualcun altro – ha spiegato il professor Barbero – Per chi fa il nostro mestiere, oggi la parola 'identità' è sicuramente una brutta parola. Ed è un peccato, perché il concetto in sé è utile; il problema nasce quando viene maneggiato come una clava".
Foa: "Le tantissime identità tra noi"
"Esistono tantissime identità tra di noi, ma quando questo termine viene declinato al singolare si entra sempre in un linguaggio di guerra – ha sottolineato la storica Anna Foa – Quindi questo termine penso che andrebbe annullato e che vada cercato un termine non chiuso, perché l'altra alternativa è che questa parola debba essere declinata al plurale per far sì che non si crei odio escludendo individui".