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Attualità | 21 maggio 2025, 12:20

I poveri? Sempre più giovani e col lavoro indeterminato. I dati della Caritas di Torino [VIDEO INTERVISTA]

Al "Podcast a Domicilio" il direttore della Caritas diocesana torinese ha fotografato la situazione: "Servono sia misure di assistenza che di sviluppo"

Pierluigi Dovis

Pierluigi Dovis

Sempre più persone si rivolgono alla Caritas, e sono sempre più giovani, anche con contratti di lavoro a tempo indeterminato. Al "Podcast a Domicilio" il direttore della Caritas diocesana di Torino, Pierluigi Dovis, ha fotografato la situazione locale, ponendo tante domande e suggerendo anche qualche risposta, in un'analisi sociale lucida e lungimirante.

Uno dei dati più drammatici che emergono dal Terzo Rapporto 2024 della Caritas torinese sulla situazione della povertà a Torino è la precocità dell'impoverimento: i poveri sono sempre più giovani. La situazione rischia di diventare cronica, sommando questo dato all'invecchiamento della popolazione e alla mancanza di politiche di sviluppo.

"Anni fa - ha spiegato Dovis - erano persone ultra settantacinquenni e una parte di persone tra i 50 e i 60 che avevano avuto problemi col lavoro, adesso c'è un numero crescente di giovani. Calcolando le fasce 18-25 e 25-45 sono praticamente la metà di quelli che si sono rivolti a noi, e sono in numero sempre crescente". 

Dal rapporto, riferito al 2024, emerge che il numero di persone aiutate dalla Caritas torinese sono oltre 47 mila, un aumento del 28% rispetto al 2023. Il 30% di loro ha chiesto supporto per la prima volta, e il profilo di chi entra nello stato di povertà sta mutando rapidamente.

"Il fatto di essere in età lavorativa - ha commentato Dovis - e avere delle capacità non è più sicuro per non cadere in povertà. Aumenta poi la difficoltà dei giovani a entrare in modo organico nel mondo del lavoro, soprattutto in modo stabile. Terzo: queste persone sono sia italiane sia straniere, ma con preponderanza di persone straniere. Vuol dire che nei fatti l'integrazione degli stranieri stenta a entrare".

Questa precocità porta anche a problemi legati all'invecchiamento della popolazione: a questa si aggiunge la crisi dei giovani e il tessuto sociale entra in crisi: "Questi adulti saranno molto più fragili degli adulti fragili di oggi perché sono entrati prima in questa situazione. Non essendoci aiuti veri e efficaci per aiutare precocemente queste persone, diventano demotivati e la loro resilienza è ulteriormente ridotta. Dovremmo spendere molto di più, anche in termini economici, nel welfare state, e già oggi non ci sono le risorse, figuriamoci in futuro".

Più del 15% dei giovani che si sono rivolti alla Caritas di Torino ha uno stipendio e un contratto a tempo indeterminato. "Il problema - spiega - è che il corrispettivo è troppo basso. Alcuni vengono perché gli è capitato un imprevisto come 'mi si è rotto il frigorifero', o 'mi si è ammalata la mamma, la moglie, il marito ma soprattutto il figlio', oppure semplicemente il lavoro che 10 anni fa era in grado di garantire le risorse oggi ha un valore insufficiente, rispetto ai costi della vita".

Secondo Dovis, le misure di assistenza, da sole, generano solo tappabuchi, mentre con le politiche di sviluppo c'è il rischio di lasciare indietro i più fragili. Servono entrambe, insieme: "Sia le misure di assistenza che quelle di sviluppo. Ogni governo ha tirato l'acqua al proprio mulino e non fatto politiche per lo sviluppo del territorio".

"Serve che le politiche migratorie - ha concluso - non siano volte alla questione lavoro o demografica, ma che siano volte a modificare l'assetto della nostra società, in modo che diventando più multietnica diventi più capace di individuare e intercettare le nuove opportunità che vengono messe a disposizione. La questione migratoria non va presa solo dal punto di vista organizzativo ma di prospettiva".


Segui l'intervista completa, e le altre, su DixTV ( https://www.youtube.com/@Dix_TV ).

Francesco Capuano

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