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Scuola e formazione | 25 luglio 2025, 13:30

Al Politecnico di Torino il primo laureato in Italia in Ingegneria Quantistica e tra i primi in Agritech Engineering

Questa mattina la cerimonia di laurea nella Sala Emma Strada dell'Aula Magna

Al Politecnico di Torino il primo laureato in Italia in Ingegneria Quantistica e tra i primi in Agritech Engineering

Innovazione è la parola chiave del Politecnico di Torino, e le lauree di questa mattina ne sono l'esempio più concreto. Tra le centinaia di studenti che hanno ritirato la pergamena nell'Aula Magna ce n'erano quattro che sono stati i primi a farlo a Torino, nel loro corso di studi, e uno di loro addirittura è il primo in Italia. Sono Gabriele Franzon, Gianluca Negrino e Matteo Vinci, laureati in Agritech Engineering, e Marco Parentin, in Quantum Engineering.

Figure moderne e ricercate dalle aziende quelle dei quattro neo-dottori in ingegneria di 24 e 25 anni che due anni fa hanno scelto di sperimentare questi corsi di laurea neonati, senza avere riscontri da chi già ci era passato. "Ringrazio questi ragazzi per il coraggio di aver iniziato questo percorso, i corsi sono cresciuti anche grazie ai loro feedback" ha commentato la referente del corso in Agritech, la professoressa Tiziana Tosco.

Vigna urbana Politecnico

Importante, nel percorso di formazione dei tre ingegneri specializzati nell’ideazione e nell’applicazione di soluzioni tecnologiche innovative per il settore agricolo, è stata la vigna urbana del Politecnico, luogo di produzione di vino ma anche di ricerca scientifica direttamente all'interno dell'università di corso Duca degli Abruzzi. Il progetto Campus Grapes è infatti nato con l'obiettivo di permettere la sperimentazione sul campo da parte degli studenti direttamente sulle viti che si trovano nel cortile dell'ateneo.

Donata una vite

 A Gabriele, Gianluca e Matteo, il ceo e fondatore di Citiculture - la startup che ha portato la vigna al Politecnico e nella Villa della Regina -, Luca Balbiano ha "donato" una vite a testa, applicando una targa col loro nome - e dei due docenti Tosco e De Marchi - per ricordare i primi tre studenti che hanno contribuito alla sua realizzazione.

Francesco Capuano

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