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Canavese-Caselle | 10 agosto 2025, 10:06

STORIE DI MONTAGNA 175/Nella valle che accoglie: una storia di radici, coraggio e ospitalità

Ti porto in Valchiusella a conoscere la storia di Beatrice e Fabrizio e della loro scelta di credere nel territorio aprendo “La Stella delle Alpi”

C’è un angolo di montagna dove il silenzio non è mai vuoto. È riempito dal rumore dell’acqua che scorre nel Chiusella, dal fruscio del vento tra i boschi, dal profumo del pane appena sfornato. Qui, in un borgo che si arrampica piano verso le cime, vive una coppia che ha fatto della casa di famiglia un approdo per viaggiatori, amici e sconosciuti che arrivano e, spesso, restano un po’ più a lungo del previsto.

Il suo nome è legato a una storia d’amore e a una scelta di vita. "Sono nata a Courgnè e ho sempre vissuto a Valperga", racconta. Lavorava come responsabile di reparto all’Ipercoop, finché l’incontro con Fabrizio — rappresentante da sempre, figlio di questa valle — ha cambiato il suo cammino. La casa di famiglia di lui, costruita dal padre scomparso troppo presto, era rimasta vuota per anni. Quando si sono conosciuti, hanno iniziato a frequentarla nei fine settimana, portando con sé i loro figli, quattro in tutto, due per parte e la più piccolina arrivata dalla nuova coppia.

"Era una casa con un’anima - dice - e a poco a poco abbiamo capito che poteva essere molto di più". Il trasferimento definitivo è avvenuto dieci anni fa: inizialmente solo per comodità — il riscaldamento acceso in inverno, la vicinanza al lavoro — poi per amore di questo luogo.

Il passo successivo è stato naturale: ristrutturare, accogliere, inventare qualcosa di nuovo. Nascono così le prime tre camere per ospiti, ognuna battezzata con il nome di una montagna della Valchiusella: Monte Marzo, Monfandì e Monte Giavino. Stanze semplici ma curate, con legni naturali, pitture ecologiche e piccoli dettagli pensati per far sentire chi arriva come a casa: un bollitore con tisane, le “coccole” preparate in cucina, torte soffici fatte a mano, formaggi e salumi locali.

Negli anni, le camere sono diventate quattro. Si è aggiunta la camera Monte Gregorio. Poi è arrivata anche la locanda, per dare da mangiare non solo agli ospiti ma anche a chi, magari in un pomeriggio d’inverno, si ritrova in valle e non trova ristoranti aperti. «Abbiamo creato un posto dove si può mangiare a qualsiasi ora», spiega. Merende sinoire, taglieri di prodotti tipici, insalata russa fatta in casa. Niente brioche surgelate: solo dolci freschi e casalinghi. La cosa davvero interessante è che Beatrice e Fabrizio si sono resi conto di cosa mancava a Vico Canavese (TO), un piccolo paesino montano a 830 m. slm, e hanno creato, nel piccolo, tutti i servizi che mancavano. Li trovi tutti qui https://lastelladellealpi.it 

L’ultimo sogno realizzato è la spa: uno chalet panoramico in terrazza, con sauna, bagno turco, doccia emozionale e una mini piscina idromassaggio esterna, calda anche d’inverno. "Volevamo offrire un’esperienza intima, per questo abbiamo pensato a una formula “privacy spa” di tre ore, su prenotazione. Una coccola vera, magari con una tisana calda e frutta fresca".

L’accoglienza qui non si ferma alla porta. C’è anche un servizio di navetta a nove posti, con rampa per disabili, per andare a prendere gli ospiti in stazione o all’aeroporto, o per accompagnarli a fare escursioni. D’estate, le e-bike ammortizzate permettono di esplorare i sentieri; c’è chi le ricarica sorseggiando una birra in terrazza prima di ripartire. Parapendio, arrampicata, passeggiate tra erbe spontanee: la valle diventa un parco avventura diffuso.

Il cuore pulsante resta però il contatto umano. "La cosa più bella — confessa — sono i riscontri positivi. Vedere che le persone stanno bene qui, che apprezzano una colazione preparata con cura, che si sentono accolti". È un’ospitalità che nasce da una sensibilità rara: non si tratta solo di “servire” un cliente, ma di offrirgli un’esperienza di casa lontano da casa.

Oggi, tra camere sempre aperte, la locanda attiva tutti i giorni e la spa su prenotazione, la struttura è un punto di riferimento della valle. Non è solo un posto dove dormire o mangiare: è una porta d’ingresso verso la vita vera di montagna, fatta di lentezza, relazioni e autenticità.

E forse è proprio questo il segreto: trasformare un’abitazione di famiglia in un rifugio per chiunque abbia bisogno di fermarsi, respirare, sentirsi parte di un luogo. Qui, tra il verde e le cime, la montagna non è sfondo: è casa.


 


 

Cinzia Dutto

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