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Attualità | 15 agosto 2024, 07:25

La festività di Ferragosto a Torino: tra vecchie e nuove tradizioni

Sapete come veniva festeggiata l'Assunzione di Maria, a Torino? E come nacque questa ricorrenza?

La festività di Ferragosto a Torino: tra vecchie e nuove tradizioni

La festività di ferragosto porta con sé, da sempre, stati d'animo contrastanti. Da un lato la gioia nel trascorrere una giornata in compagnia, all'insegna del relax, del divertimento e dell'allegria. Dall'altro, la malinconia che pervade al pensiero di un'altra estate che sta per volgere al termine.

Ma sapete come è nata?

Le sue origini risalgono, pensate, all'impero romano. Il nome Ferragosto deriva dal latino feriae Augusti, ossia riposo di Augusto. Esso, infatti, è una festa nata proprio in onore del primo imperatore romano, Ottaviano Augusto, che dette anche il nome al mese di agosto ed istituì la festa a partire dal 18 a.C. A quell'epoca i festeggiamenti, che avevano luogo il primo di agosto, celebravano Conso, dio della terra e della fertilità nel culto romano. La fine del raccolto e del lavoro nei campi, dunque, che venivano ricompensati con delle mance. Per l'occasione si organizzavano corse di cavalli, buoi, asini o muli, ma anche decorazioni floreali e feste che si protraevano fino al 15 del mese.

Nel VII secolo, invece, Ferragosto divenne una ricorrenza cattolica, che celebrava e celebra tutt'ora, con riti tradizionali, l'Assunzione di Maria.

Ma quali erano - e quali sono - le tradizioni del Ferragosto sabaudo?

 

Fino alla fine del XX secolo, i torinesi solevano pranzare in riva al Po, al sacco o nel ristorante limitrofo, nei pressi della chiesa Madonna del Pilone.

A quell'epoca, infatti, tale ricorrenza veniva chiamata "festa dle pignate a la Madona del Pilon", ovvero "festa delle pentole alla Madonna del Pilone". 

Al giorno d'oggi, invece, le abitudini legate alla festa dell'Assunta si sono ampliate, comprendendo gite fuori porta ai laghi od ai castelli sparsi sul territorio ed escursioni in montagna. Per chi, invece, rimane in città, vi sono molti spunti per attività culturali quali visita ai musei o al centro storico cittadino.

Ciò che resta immutato nel tempo è, invece, allora come oggi, la tradizione legata al cibo: tajarin, vitello tonnato, insalata russa e tanti altri.

Cosa c'è di più bello, infatti, di una festa "condita" - è proprio il caso di dirlo - da manicaretti preparati per l'occasione ed "annaffiata" da vini locali?!

Federica De Castro

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