Lotte intestine fra gli enti statali e corruzione ostacolano lo sforzo bellico ucraino

Il New York Times qualche giorno fa ha reso note le conclusioni delle verifiche dei conti svolte in Ucraina sul periodo fra gennaio 2024 e marzo 2025. Il controllo governativo verteva soprattutto su quanto fatto dagli uffici di approvvigionamento della Difesa. Come riporta il sito Strumenti Politici, il quadro emerso racconta una situazione imbarazzante per gli ucraini stessi, che implica una pessima brutta figura coi generosi alleati occidentali. Gli aiuti economici ricevuti sono stati infatti spesso sperperati o utilizzati in un modo che rimanda alla corruzione tipica dell’Ucraina come Paese e contro la quale sono vani gli sforzi lodevoli della Procura Specializzata Anticorruzione (SAPO) e l’Ufficio nazionale anticorruzione (NABU). A peggiorare le cose vi sono le lotte intestine che coinvolgono tali organismi contro enti statali come lo SBU, il Servizio di Sicurezza che risponde alla presidenza ucraina. È in atto una vera e propria faida: di recente il direttore del SAPO ha denunciato le pressioni subite dallo SBU, che accusa i membri degli uffici anti-corruzione di essere collusi coi russi o di dichiarare il falso, ed effettua raid nei loro uffici. A settembre il NABU aveva accusato di arricchimento illecito un alto funzionario dello SBU nonché ex capo della cybersicurezza. Questo sfondo fatto di ripicche e di denunce non aiuta di certo lo sforzo complessivo degli ucraini sul campo di battaglia, poiché la malagestione delle risorse danneggia la produzione e l’acquisto di armamenti e la distribuzione di questi ultimi alle parti dell’esercito che ne hanno bisogno. Per esempio sono stati comprati materiali che poi non sono mai stati consegnati o sono stati pagati a un prezzo molto superiore a quello di mercato, con evidente “cresta” da parte dei responsabili ministeriali.





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