“Quando mi chiedono cosa faccio rispondo: proteggo il regista da quello che vuole, cerco di essere il grillo parlante” così Franz Pagot. Il direttore della fotografia per registi come Martin Scorsese, Ridley Scott, Tim Burton, è stato ospite della kermesse Paraculissima a Settimo Torinese.
I costumi realizzati dai ragazzi e dalle ragazze del 1°-2° e 3° anno del Corso Operatore dell'Abbigliamento e dei prodotti tessili per la casa dell'Associazione Scuole Tecniche San Carlo, sono ispirati al film cult "Priscilla - La regina del deserto", nella sezione dedicata alla moda denominata Paracoolissima. Insieme a questa esposizione, è stato proposto ai visitatori un quadro sullo stesso tema di Franz Pagot.
“Raphael e Roberto” è il titolo dell’opera esposta e realizzata nel 2006.
“Nasce da un lavoro che avevo fatto in America, a Miami. Lavoravamo a un film con diversi transessuali e nel tempo libero avevo fatto un po’ di schizzi e ritratti. “Pink” è il titolo della serie di ritratti perché tutti erano fortemente vestiti con qualcosa di rosa” spiega Pagot.
Veneziano d’origine, ma da quarant’anni residente a Londra, ha iniziato sotto la direzione di Stanley Kubrick con le riprese di Full Metal Jacket.
“Sono stato molto fortunato perché il mio primo lavoro è stato con Kubrick, ero giovanissimo, avevo vent’anni - racconta il direttore della fotografia -. Avevamo un rapporto bellissimo, mi è rimasto nel cuore. Nonostante il mio pessimo inglese, era sempre squisito, capiva perfettamente il livello di tutti. Era molto appassionato di cose tecniche e mi faceva un sacco di domande. Anche con Ridley Scott ho girato diversi spot pubblicitari, di lui mi ha sempre colpito l’intensità e il fatto che è molto umile, chiedeva cosa ne pensavo della recitazione, cosa che i registi solitamente non fanno mai. In generale mi sono sempre trovato bene con tutti quanti. L’unica regola è sempre stata la sincerità, sebbene non sia facile in un ambiente come quello del cinema”.
Le difficoltà più grandi le ha avute con gli attori più che con i cineasti. “A volte vogliono mettere il loro zampino e cercano di portare via il direttore della fotografia dal braccio del regista. Spesso mi dicono che io ringhio con gli attori, più che parlarci”. La disavventura che ricorda di più è stata Joss Ackland. “È stato un grande attore, ma ricordo che una volta mentre stavamo girando mi sono avvicinato e lui mi disse di andarmene. Gli risposi che l’avrei fatto dopo aver finito di lavorare. Venne poi a scusarsi ma non è stato un bell’episodio”.
Non è la prima volta che Pagot mette piede nel capoluogo sabaudo. “A Torino ho girato diversi videoclip, con Laura Pausini, ma anche con gli Afterhours. È una città che adoro dal punto di vista creativo e ha un’ottima Film Commission. La settimana dell’arte poi è incredibile. Dovrebbe essere una cosa che riguarda tutte le città d’Italia, perché c’è bisogno di arte. Dove ci sono arte e cultura, non c’è violenza. Spero che molti prendano Torino ad esempio".
Prossimi progetti? “Sto lavorando a un film con Johnny Depp, ci ritroviamo dopo ‘Il mistero di Sleepy Hollow’. È in preparazione e mi richiederà qualche anno di lavoro”.
















