Un dramma di Harold Pinter e un testo che si interroga sul ruolo della donna e dell'emancipazione femminile nella storia. E' la doppia offerta di questa settimana del Teatro Stabile. Entrambi gli spettacoli sono programmati da martedì 11 a domenica 16 novembre rispettivamente al Carignano e al Gobetti.
RITORNO A CASA
Dall'11 al 16 novembre. Orari: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.45; domenica ore 16
Celebre capolavoro di Harold Pinter, “Ritorno a casa” mantiene intatta, a sessant’anni dalla sua prima rappresentazione, la sua forza nell’esplorare le dinamiche familiari distorte, il potere, la violenza e la disgregazione dei rapporti. Ambientato in una claustrofobica casa alla periferia di Londra, lo spettacolo ritrae un vero e proprio “gruppo di famiglia in un interno”, dove si innesca una spirale di tensioni e desideri repressi. In questo soffocante contesto casalingo, la cui solitudine è spezzata solo da continue liti familiari, ritroviamo il padre Max (Massimo Popolizio), ex macellaio e frequentatore di ippodromi, con i suoi figli Lenny (Christian La Rosa), un trentenne ex “pappa” con tendenze mitomani che si vanta di avventure erotiche violente, e Joey (Alberto Onofrietti), il fratello più giovane aspirante pugile professionista ma il più fragile della famiglia; insieme a loro convive lo zio Sam (Paolo Musio) che guida un taxi non suo e vive a spese del fratello Max, subendone i continui rimproveri.
Il precario equilibrio familiare viene sconvolto dall’arrivo notturno del figlio Teddy (Eros Pascale), affermato professore di filosofia, che dopo sei anni torna dall’America con l’enigmatica moglie Ruth (Giorgia Salari), madre dei loro tre figli. Unica figura femminile in un contesto maschile, Ruth accende desideri e scatena dinamiche conflittuali, facendo evolvere la sua apparente fragilità in una strategia di controllo e potere che incrina l’isola di solitudine domestica e la trasforma da vittima passiva in carnefice. Accettando la proposta di prostituirsi e usando la mercificazione del proprio corpo come strumento consapevole per esercitare il dominio sugli altri, Ruth si rivela una forza destabilizzante che sovverte l’ordine familiare e sociale.
Il cinismo, la cattiveria, l’humor di Pinter raggiungono la massima espressione in questa opera del 1964, dalla struttura quasi cinematografica, che Massimo Popolizio traduce in una messinscena “pericolosamente” divertente, muovendosi tra umorismo e tragedia con un ritmo quasi da “spartito emotivo e linguistico”, per svelare le tensioni psicologiche e i silenzi eloquenti tipici della scrittura pinteriana. Con un approccio radicale e innovativo Popolizio affronta questo testo, fondamentale del teatro contemporaneo, portando alla luce le sue inquietanti verità sulla natura umana e sulle dinamiche di potere all’interno della famiglia.
INFO: Teatro Carignano, piazza Carignano 6, tel. 0115169555-800235333, www.teatrostabiletorino.it
ANNA CAPPELLI
Dall'11 al 16 novembre. Orari: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.45; domenica ore 16
Al centro del testo di Annibale Ruccello vi è Anna, giovane impiegata che, oppressa prima dalla famiglia e poi dalla sua padrona di casa, tenta con tutte le sue forze di emanciparsi per costruire la vita che ha sempre desiderato. Cruciale nel suo percorso è l’incontro e la relazione con l’ingegnere Tonino Scarpa, che le propone di convivere con lui a due condizioni: senza matrimonio né figli. Nonostante l’offerta di Tonino non rispecchi del tutto il sogno di Anna, lei accetta. I successivi tentativi della donna di autodeterminarsi si trasformeranno presto in ossessione, fino a culminare in un tragico epilogo.
“Un testo che si interroga sul ruolo della donna nel tempo – dichiara il regista Claudio Tolcachir -. L’indipendenza, la prospettiva di futuro, la solitudine, la mancanza di mezzi e di risorse. Con umorismo pungente e assurdo questa pièce ci conduce attraverso i labirinti della mente di un personaggio inconsueto, pieno di contraddizioni. Commovente e imbarazzante allo stesso tempo. Ciascuno di noi potrebbe conoscerla, incrociarla nella propria vita; ma potremmo anche essere lei. Sentirci così impotenti da prendere le decisioni peggiori. Un gioiello teatrale sul corpo di un’attrice unica, Valentina. La sua sensibilità, la sua immaginazione e l’infinita delicatezza del suo humor daranno a questo testo una impronta unica e piena di aria fresca. Una proposta molto netta: questa donna, il pubblico, e la vita in mezzo a loro. Lo humor e la tragedia mischiati. Quel sorriso doloroso che ci attraversa e non ci lascia indifferenti".
INFO: Teatro Gobetti, via Rossini 8, tel. 0115169555-800235333, www.teatrostabiletorino.it














