Questa notte persone del gruppo locale Torino di Ultima Generazione hanno legato con una catena un cartello sulla statua di Carlo di Robilant, con su scritto: “ Deportato Mohamed Shahin libero”, in modo che quante più persone possibili possano sapere quanto accaduto a Mohamed Shahin e pubblicizzare la petizione lanciata dal movimento Torino per Gaza per chiedere il suo ritorno.
L’imam è stato espulso dall’Italia (attualmente si trova nel Cpr di Caltanissetta in attesa del rimpatrio) per ciò che ha detto durante una manifestazione per ricordare i due anni del genocidio in Palestina. "Shahin - fanno sapere da Ultima Generazione - è stato espulso per aver esercitato un diritto democratico, per aver espresso quello che pensa: questo punto aspettiamo anche l’espulsione delle centinaia di migliaia di persone che in questi mesi sono scesi nelle strade e nelle piazze per le sue stesse motivazioni".
Shahin rischia il rimpatriato nel suo paese natale, l’Egitto, dove ad attenderlo c’è la detenzione in quanto oppositore del regime di Al-Sisi; il paese dove è stato ucciso Giulio Regeni e dove Patrick Zaki è stato detenuto arbitrariamente e in condizioni disumane. Per questo il gruppo locale di Ultima Generazione Torino prima dell’azione di stanotte ha anche inviato una lettera ai consiglieri regionali in cui viene ricordato l’articolo 10 della Costituzione: “lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio della libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica, alle condizioni stabilite dalla legge”.
Shahin è a Torino da vent’anni, anni in cui ha lavorato e ha creato dialogo e relazioni con la società civile e con altre confessioni. Lo testimoniano le parole del vescovo di Pinerolo e presidente della commissione della CEI per il dialogo per ecumenismo, Derio Olivero che ha lanciato un appello per chiedere la mobilitazione contro il rimpatrio: “Shahin - dice il vescovo - ha sempre lavorato per il dialogo e la cooperazione a Torino e dunque mi sembra assurdo che rischia di essere espulso per delle opinioni espresse (...) in Italia c’è libertà di opinione; possiamo essere contrari ma non possiamo condannare per delle opinioni espresse”.















