Cessa il patto di collaborazione della Città di Torino su Askatasuna. A chiarirlo in modo netto il sindaco Stefano Lo Russo, dopo le perquisizioni in corso a partire da questa mattina nell'immobile di corso Regina Margherita 47. La motivazione dello stop?
"Immobile occupato"
"La Prefettura - spiega il primo cittadino - ha accertato la violazione delle prescrizioni relative all’interdizione all’accesso ai locali di corso Regina Margherita 47". Tradotto l'immobile era occupato, anche se doveva essere obbligatoriamente vuoto.
Un punto quest'ultimo vincolante per la sussistenza del patto di collaborazione, che "pertanto è cessato, come comunicato ai proponenti” dice il primo cittadino. Una pietra tombale sull'accordo su Askatasuna che il Comune di Torino aveva rinnovato lo scorso 18 marzo, per altri 5 anni.
Rinnovo accordo
L'obiettivo della proposta, sottoscritto con un gruppo di cittadini, era recupero dell'immobile di corso Regina Margherita 47, che oggi finisce.
Il patto di collaborazione
In fase di rinnovo la Città aveva anche inserito una clausola precisa: in caso di violenza, antisemitismo e islamofobia, l'accordo "saltava" . Riavvolgendo i fili, nel gennaio 2024 il Comune aveva avviato un percorso di co-progettazione per la riqualificazione di Askatasuna.
A marzo successivo era poi stato approvato un patto di collaborazione della durata di una anno che prevedeva l’utilizzo solo del giardino per permettere la prosecuzione delle attività con il Nido Il Giardino delle Fiabe e i cittadini del quartiere. A novembre 2025 aveva preso il via le attività di pulizia e riordino del pianterreno di corso Regina Margherita 47.
Lega: "Aska luogo di illegalità"
Soddisfatto dello stop al patto di collaborazione il capogruppo regionale Fabrizio Ricca: "Aska è un luogo di illegalità. Siamo soddisfatti che il sindaco Lo Russo abbia preso atto della realtà".
Forza Italia: "Aska per ospitare famiglie in difficoltà"
"Lo Russo - commentano Roberto Rosso e Marco Fontana, senatore e segretario cittadino di Forza Italia - scopre l'acqua calda. Ora speriamo che lo sgombero sia definitivo e confidiamo che l’immobile venga finalmente restituito alla città e destinato alle famiglie in difficoltà, ragazze madri, persone senza dimora". "Una parte dello stabile potrebbe inoltre essere utilizzata per l’accoglienza temporanea di famiglie palestinesi arrivate a Torino per curare i propri figli, o di studenti palestinesi che studiano nelle università torinesi per costruirsi un futuro migliore", concludono gli azzurri.
FdI: "Patto carta straccia"
Rincara la senatrice di FdI Paola Ambrogio: "Questo patto era carta straccia sin dal principio, ma il sindaco se ne accorge solo oggi. Meglio tardi che mai, anche se ciò certifica quanto sia lontano dalla realtà e ostaggio della propria ideologia. Non può esserci dialogo con chi pratica o giustifica la violenza".














