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Attualità | 25 settembre 2018, 12:16

GTT, un referendum per vendere almeno il 51% delle quote

Una petizione di iniziativa popolare chiede al Comune di coinvolgere i cittadini nella decisione sulla scelta di gestori professionali per migliorare servizi e conto economico di tram e bus

GTT, un referendum per vendere almeno il 51% delle quote

"GTT? Una voragine dal punto di vista economico, con una straordinaria inefficienza offerta ai torinesi e agli utenti". Non usa mezze termini Erik Paleni, promotore insieme a Giuseppe Iannuzzi e Silvio Viale di una raccolta firme per provare a privatizzare (almeno in parte) tram e bus cittadini.

In piazza sono state raccolte da Siamo Torino, Radicali e Cittadini per Torino le 300 firme necessarie e ora la palla passerà in consiglio comunale. "Il Comune rimarrà ferreo indicatore e controllore del servizio, decidendo le linee e lo standard. Ma i numeri negli ultimi anni hanno dimostrato come i conti stiano andando a fondo, pesando sulle risorse pubbliche".

Da questa considerazione l'idea di unire le due anime, pubblico e privato. "Non vorremmo finire come Roma, dove Atac ha numeri da bancarotta e prima che Torino finisca in questa situazione vogliamo lanciare il campanello d'allarme", conclude Paleni. Le cifre raccontano, dal piano industriale attuale, di un fabbisogno immediato di cassa di 133 milioni, con 125 milioni di debiti commerciali verso terzi, 100 milioni di crediti contestati e 5,7 milioni di debito verso il Comune per dividendo mai versato. E poi 47 milioni di perdita stimata fino al 2019.

"Chiediamo un referendum consultivo al Consiglio comunale - aggiunge Viale - e basta la volontà politica di una sola forza politica, peraltro sempre molto attiva nel sentire e nel voler coinvolgere i cittadini. Un imperativo, al di là di quelle che possono essere le singole opinioni in materia. Nulla impedisce, peraltro, di affiancare anche altri quesiti a questo. Ma l'importante è che si consulti il popolo non solo quando si è all'opposizione, ma anche quando si governa".

Il tema del 51% di GTT ai privati peraltro è già stato oggetto di discussioni in passato. "Dunque non è una bestemmia - aggiunge Viale - e se ne può discutere". E secondo i promotori aiuterebbe a promuovere meritocrazia ed efficienza economica. "L'obiettivo deve essere un servizio efficiente - dice ancora Viale - e GTT ha fatto passi da gigante in questi anni. Ma la proposta è di sentire i cittadini su un servizio che è pagato da loro".

"Dare la gestione a un privato, controllato dal pubblico, permetterebbe forse un maggiore coinvolgimento proprio dei cittadini che al momento si tengono lontani - sottolinea Iannuzzi - e non dimentichiamo che tante cose non si fanno perché mancano investimenti".

Ora si attende la calendarizzazione della commissione in cui si discuterà del tema. I tempi potrebbero essere abbastanza brevi.

Massimiliano Sciullo

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