Assemblea da questa mattina, al liceo Volta di Torino. Tutti in cortile. O almeno tanti, anche se non mancano quelli che stanno nelle aule, passeggiano nei corridoi e danno l'assalto al bar, sotto l'occhio vigile degli operatori scolastici. "Vogliamo spiegare le nostre ragioni, ma anche preparare lo striscione con la scritta Volta Occupato. Chi è bravo a disegnare?".
Scene di vitalità giovanile e di voglia di partecipare alla società in cui vivono, presso l'Istituto scientifico statale di via Juvarra. Tra voci che urlano cercando di richiamare l'attenzione dei presenti, banchi che attraversano il cortile sollevati a mano e spostati all'occorrenza e voci assortite. È questo due giorni dopo le perquisizioni raccontate dagli studenti all'ingresso della scuola, da parte delle forze dell'ordine, che sono finite sulle pagine dei giornali. Ma questa - garantiscono i ragazzi - non è una protesta legata a questo evento: sul tavolo ci sono anche molti altri temi.
"La nuova maturità sta diventando un quiz televisivo, dove conta più la fortuna che la preparazione, ma ci sono anche problemi più legati alla nostra realtà come le scale antincendio, per cui protestiamo e facciamo sentire la nostra voce ormai da tempo, i tempi di evacuazione e altri argomenti interni come l'abolizione del contributo volontario per l'iscrizione e i permessi per chi, abitando fuori Torino, ogni tanto può rischiare di arrivare in ritardo perdendo buona parte della lezione", spiega Leonardo Tomasuolo, 19 anni da compiere ed ex rappresentante di istituto.
I controlli di lunedì sono invece l'ultimo punto tra le priorità. "Non sono stati la causa principale di questa manifestazione, ma si sono aggiunti ad altri motivi - prosegue Leonardo -. Vogliamo piuttosto spiegare ai più giovani perché stiamo protestando, responsabilizzarli. Perché è fondamentale che chi protesta sappia le ragioni per cui lo fa, altrimenti è meglio che se ne stiano in classe. Informarsi è fondamentale, visto che saremo poi noi la generazione che dovrà riparare ai danni che ci vengono lasciati da quelle precedenti".
Non è tuttavia un'occupazione dai connotati politici. "Ognuno la pensa come vuole. Qui stiamo ragionando di argomenti che riguardano tutti noi", assicura Leonardo.
Intanto dal mondo politico sono arrivate reazioni e commenti. Come quella di Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega in Comune: “Occupare una scuola per protesta contro i controlli anti droga della polizia? Assurdo e grave - afferma il capogruppo della Lega Fabrizio Ricca -. I giovani devono capire che le forze dell’ordine che presidiano gli ingressi delle scuole cercando droga, stanno difendendo loro da chi vuole avvelenarli con le sostanze stupefacenti per un suo tornaconto economico. Protestare, quando non si concorda con certe politiche, è lecito ma bisogna trovare temi seri da portare avanti. Chiedere più libertà per la droga non è uno di questi”.