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Cultura e spettacoli | 12 maggio 2019, 14:32

Baudo da "ragazzo siciliano" a conduttore della storia d'Italia: "Nato con il morbo della televisione"

L'amatissimo volto Rai ha presentato il suo libro "Ecco a voi. Una storia italiana", per festeggiare i suoi 60 anni di piccolo schermo

Baudo da "ragazzo siciliano" a conduttore della storia d'Italia: "Nato con il morbo della televisione"

Compirà 83 anni il prossimo 7 giugno, Pippo Baudo, ma per raccontare il lungo corso della sua carriera ha scelto di iniziare da quando era ancora un ragazzino, a Militello in Val di Catania, e già sognava di fare spettacolo e diventare volto nazionale. "In Italia la divisione fra nord e sud c'è sempre stata" - ha raccontato questa mattina al pubblico del Salone del Libro presentando "Ecco a voi. Una storia italiana", edito da Solferino -, tanto che nel '54 la televisione trasmetteva solo in settentrione. In quell'anno partii in treno dalla Sicilia per Trieste, che era appena ritornata italiana. Alla stazione ferroviaria c'era un negozio di televisori: ho pensato, lì dentro un giorno ci sarò. E ci sono riuscito".

"Sono nato con il morbo della televisione e dello spettacolo - ha detto -. Salii sul palco per la prima a 6 anni e da allora non ne sono più sceso". "Quest'anno festeggio 60 anni di televisione. Ho lavorato con tutti i più grandi entrando dalla porta principale. Quando feci un provino con Procacci, mi chiese di immaginare di essere al Festival di Sanremo e presentare Mina, di cui io sapevo tutto", ricorda. E davvero il libro, scritto con il giornalista Paolo Conti, si presenta come un viaggio a capitoli in continua contaminazione, dove costume, politica e società si scambiano i piani e alimentano di aneddoti, ritratti e curiosità il racconto italiano del "Baudo nazionale".

"Mia madre piangeva alla stazione di Catania, quando partii. Credeva che il mondo dello spettacolo fosse un ambiente degenere", ricorda il conduttore, formatosi per lo più come autodidatta: "Ascoltavo attentamente la radio per apprendere la dizione. Quando mi presentai al provino tutti si stupirono di quanto fossi preparato, perché credevano addirittura che in Sicilia non parlassimo italiano".

E poi quell'incontro con Sergio Pugliese, direttore generale dei programmi Rai, che Baudo aspettava quotidianamente in un bar vicino alla sede romana, cercando di braccarlo e parlargli. "Un giorno gli portai la borsa e dissi che ero un aspirante artista, e lui finalmente mi ricevette nel suo studio".

Da lì, l'inizio dell'avventura. "Facevo provini a tutti. Lorella Cuccarini ed Ether Parisi le ho inventate io, è vero. Un giorno venne Fiorello, allora animatore di un villaggio turistico. Fece un provino, troppo lungo, di 40 minuti e lo congedai: quello è stato un errore di cui mi pento". E, infine, il rapporto d'amicizia con diversi politici, da Sandro Pertini a Giulio Andreotti, che lo faceva andare nel suo ufficio alle 6.30 del mattino per discutere della trasmissione, per poi congedarlo con: "Chiedimi tutto quello che vuoi, improvviseremo".

Manuela Marascio

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