A distanza di tre anni dalla sua elezione alla presidenza di Confindustria Cuneo, quando aveva preso il testimone da Nicoletta Miroglio, Franco Biraghi punta più in alto e pensa alla guida degli industriali piemontesi.
"Qualche giorno fa – conferma lo stesso presidente dell’Unione - il consiglio direttivo dell’associazione cuneese ha deliberato all'unanimità la mia candidatura per la presidenza di Confindustria Piemonte. Non sono l'unico candidato, ma spero di potercela fare. Non ho incarichi politici e non siedo nei consigli di amministrazione di alcuna banca, né faccio parte del direttivo della Camera di Commercio. Ritengo che il presidente degli industriali debba poter avere le mani libere – spiega - al di là del fatto che esiste un’incompatibilità statutaria tra ruoli di vertice nella nostra associazione e quelli politico-amministrativi. Chi vuol fare politica deve dimettersi. Io voglio occuparmi del sindacato degli imprenditori e intendo farlo al meglio".
Figlio d’arte – il ragionier Ferruccio, uno degli storici capitani dell’industria cuneese, era suo padre – ed erede di una lunga dinastia di industriali caseari, Franco Biraghi è presidente della Valgrana Spa di Scarnafigi, azienda fondata nel 1989 che oggi guida insieme ai figli Alberto e Andrea, entrambi amministratori delegati.
Il Consiglio regionale della Confindustria del Piemonte, presieduto dal 2012 da Gianfranco Carbonato, ingegnere elettronico, presidente ed amministratore delegato di PrimaIndustrie Spa, gruppo leader dei sistemi laser e di lavorazione della lamiera con più di 300 milioni di fatturato e 1.500 dipendenti nel mondo, è in scadenza.
L’elezione dei nuovi vertici regionali avverrà soltanto a fine giugno, ma la scalata dell’Unione Industriale piemontese – una delle più importanti in ambito nazionale – richiede una lunga e paziente opera di tessitura. Se Biraghi venisse eletto al vertice, sarebbe la prima volta che in Piemonte – dove l’industria dell’auto l’ha sempre fatta da padrona – l’asse si sposterebbe dal metalmeccanico all’agroalimentare. E su questo comparto il Cuneese ha molto da dire al capoluogo regionale.