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Attualità | 26 ottobre 2016, 18:15

Bruno Torresin, una vita tra passione e impegno

Ricordato stamattina al Termovalorizzatore di Torino l’ex ad e presidente di Trm, a sei mesi dalla prematura scomparsa. Prima uscita ufficiale del suo erede, Renato Boero

Bruno Torresin, una vita tra passione e impegno

Una platea folta e qualificata si è radunata stamattina nella sala congressi del Termovalorizzatore di Torino per ricordare Bruno Torresin, l’ex ad e poi presidente di Trm, prematuramente scomparso ad aprile in un incidente in montagna. Alla presenza della vedova Gabriella e del figlio Matteo, tanti sono stati i ricordi di chi lo aveva conosciuto, dai tempi in cui era un apprezzato sindacalista Uilm prima di diventare assessore nella seconda giunta Castellani alla guida di Torino e poi amministratore pubblico, che ha contribuito alla nascita del termovalorizzatore.

Ha introdotto gli ospiti Filippo Brandolini, che subito ha ceduto la parola al presidente di Iren Paolo Peveraro, che ha ricordato l’amicizia di lunga data con Torresin, la sua capacità di “vivere ogni esperienza con rigore e dedizione, con una passione e un entusiasmo incredibili di conoscere cose nuove”. Con un tratto distintivo: “Bruno faceva sempre gioco di squadra, senza gelosie ma per raggiungere il risultato. Da sindacalista come alla guida del termovalorizzatore. La città di Torino avrebbe bisogno di tanti dirigenti e amministratori come lui, con la sua stessa passione”.

Poi è stata la volta di Renato Boero, diventato da pochi giorni nuovo presidente di Trm, che ha ricordato l’opera del suo predecessore,  che ha dovuto “affrontare un lavoro difficilissimo, perché impianti come questo sono molto osteggiati, ma Torresin ha lavorato fin dall’inizio per un cantiere aperto, capace di contribuire all’innovazione, ma anche di essere un luogo dove potessero entrare le famiglie, con un’area giochi per i bambini e l’accoglienza”. E per aiutare a tenere vivo il ricordo, l’ingegner Boero ha annunciato che Trm, in collaborazione col Politecnico di Torino, istituirà tre borse di studio intitolate alla memoria di Bruno Torresin, per mettere al servizio del territorio nuove energie giovani e positive.

Roberto Paterlini, presidente di Iren ambiente, che ha conosciuto solo nell’ultimo periodo la figura di Torrresin, ne ha ricordato la capacità di fare di Trm uno spazio aperto, “spingendo enti e amministratori a visitare l’impianto, a non averne paura, a conoscerlo. E oggi, partendo dal nulla, ha saputo creare qualcosa di bello, utile e innovativo”. L’assessore all’ambiente del comune di Torino, Stefania Giannuzzi, ha portato il saluto della sindaca Appendino e, pur ricordando la contrarietà di fondo della municipalità sulla questione rifiuti (“noi avremmo fatto forse scelte diverse, se l’attuale amministrazione fosse stata in carica prima”), ha riconosciuto la dedizione, la professionalità e la difesa delle idee che avevano caratterizzato Torresin in tutte le sue esperienze professionali.

Daniele Fortini, ex amministratore di Federambiente, che aveva lavorato con lui, ha ricordato di Torresin la capacità di capire, confrontarsi, informarsi: “la prima volta che siamo venuti qui il cantiere era appena aperto, la seconda era già diventato un esperto. Ascoltava, imparava e insegnava, è stato un costruttore che lavorava per la coesione umana, preferiva la sostanza all’estetica, per questo non amava mettere la cravatta”. E Fortini ha ricordato come per lui quello di via Gorini fosse “un termovalorizzatore di rifiuti”, al diavolo chi lo chiamava inceneritore o in qualsiasi altro modo. “e per questa opera ha dedicato tutto se stesso”.

Poi sono intervenuti Maurizio Magnabosco e Tom De Alessandri, che lo avevano conosciuto decenni fa ai tempi del sindacato, quindi è stato il turno di Giusy Di Bartolo, dipendente di Trm, che ha parlato “del signor Torresin, cui si dava e che da sempre del lei, per una forma di rispetto che oggi forse si è persa”. La Di Bartolo ha ricordato come l’ex presidente si informasse su tutto, leggesse moltissimo, sempre “in stretto contatto con quel team di 18 persone che aveva incontrato all’inizio dell’avventura, nell’ottobre del 2004. Ha contribuito a costruire questa struttura splendida, non dimenticando mai anche i morti che ci sono stati nel cantiere”.

Per ultimo, prima della conclusione affidata ancora a un commosso Filippo Brandolini, ha preso la parola il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. “Ho la presunzione di poter dire di essere stato un amico di Bruno. Di lui ricorderò sempre la credibilità e la capacità di gestire processi complessi, due tratti distintivi che lo hanno accompagnato in ogni esperienza della vita”. Poi la consegna della targa alla vedova e al figlio di Bruno Torresin, accompagnata dall’applauso dei presenti.

Massimo De Marzi

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