«Luce e Gioia sono gli elementi che contraddistinguono la notte del primo Natale di Gesù Cristo. I pastori, che vegliavano il loro gregge nella notte, videro una grande luce: è la gloria del Signore, che li avvolge; ed udirono la voce dell’angelo che disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2,10-11). Anche noi, cari amici, siamo venuti qui, perché abbiamo bisogno di luce e di gioia e crediamo che il Signore, che rinnova in questa notte il suo passaggio nella storia del mondo, possa donarci quello che cerchiamo e desideriamo.
Natale è la festa della luce della verità. In un mondo dove spesso verità e menzogna si confondono e tanti messaggi accattivanti e testimonial ricchi di fascino e di belle parole ammaliano i semplici per imbonirli con le loro verità interessate, ideologiche, politiche, culturali, per lo più prive di futuro e solo rivolte ad ottenere un facile applauso e consenso, la verità che Gesù ha predicato, vissuto e per cui è stato rifiutato e ucciso non vuole catturare nessuno, ma, al contrario, vuole liberare il cuore e la vita dai falsi idoli e dalla maschera dell’ipocrisia per aprire l’animo a Dio e al bene di ogni persona che in Lui confida.
Natale dona la luce che sconfigge la paura di essere se stessi con coerenza, anche di fronte al rischio di essere rifiutati, presi in giro, esclusi dal consesso di coloro che affermano di ragionare da adulti e non più da bambini creduloni su tutto ciò che genitori, preti, educatori ci hanno trasmesso. Quando, attorno a noi, tutti si comportano in determinati modi e il gruppo segue i leaders che indicano le vie da percorrere per farne parte, diventa difficile smarcarsi e fare la strada da soli, per cui è meglio scendere a compromessi con la nostra coscienza e omologarsi al “così fan tutti”. La verità esige invece il coraggio di andare anche controcorrente e di pagare di persona le conseguenze della fedeltà a ciò in cui si crede.
Natale è fonte di quella luce che riscalda il cuore quando si è nel dubbio e ci si domanda se vale la pena continuare a credere in Dio, a seguire Cristo, ad accettare la sua Chiesa, ad osservare la sua Parola. Forse queste domande nemmeno ce le poniamo più, perché sembra una perdita di tempo. Anche se ci sono dentro di noi, preferiamo sorvolare e vivere sui fatti e dentro i fatti di ogni giorno, più che metterci a riflettere sui nostri o altrui dubbi sulla religione. Eppure, alla lunga, il dubbio non risolto emerge e condiziona le scelte della vita e il nostro futuro. Perché, allora, non affrontare serenamente questi interrogativi, riprendendo a leggere la Bibbia e i Vangeli senza fretta, ma con amore per la verità? Sperimenteremmo così quanto dice sant’Agostino: «Se tu cerchi la verità, ti accorgi che è lei che ha cercato te e già possiede il tuo cuore. Tu – dice il Signore – non mi cercheresti se non mi avessi già trovato» (cfr. Le confessioni, Libro IX, 21,15).
Luce e gioia: Natale ci dona la gioia vera del cuore, che oggi non siamo più così sicuri di poter gustare, perché tutto ci spinge a cercarla nella festa e nel chiasso, nell’uscire fuori da noi stessi, dall’ambiente usuale di vita. La notte della nascita di Gesù tante persone vivevano questa esperienza di festa. Una notte bianca in piena regola, diremmo noi oggi. Per questo Gesù non è nato nella città, ma in una grotta, lontano dal rumore assordante, nel silenzio della notte; e coloro che lo hanno accolto e riconosciuto sono stati poveri pastori, che vegliavano, come ogni notte, il loro gregge. Una notte normale, dunque non diversa dalle altre, perché è nel quotidiano che possiamo rinnovare in noi la gioia del Natale, se apriamo il cuore a Cristo e ne accogliamo la presenza di amico e salvatore.
Natale ci fa apprezzare la gioia nella nostra famiglia. Genitori, anziani, bambini, fratelli e parenti: il Natale è festa di famiglia e ci spinge a provare la gioia dell’incontro con coloro che il Signore ci ha messo accanto, compagni di strada nella vita di ogni giorno. Non diamo mai per scontato questo fatto e difendiamo lo spazio delle relazioni familiari, in cui possiamo trovare quella serenità e sicurezza necessarie per sperimentare la gioia della comunione. Nello stesso tempo, stando un po’ di più a casa, sperimentiamo che la gioia si raddoppia quando si condivide con gli altri.
Il Natale così ci fa riscoprire che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Dio ha mostrato la sua gioia nel darci un Figlio e Gesù trova la sua gioia nel mettersi a servizio dei più poveri ed ultimi della terra, solidale fino alla morte di croce. Questa è la scelta che Gesù ha attuato, insegnato e compiuto. A Natale ce la offre come via di autentica beatitudine. Proviamo dunque a condividere un pasto e il calore di una casa, o l’incontro o un gesto comunque di accoglienza, con chi è solo e vive per strada, o con coloro che non hanno una casa e famiglia, perché sono giunti tra noi da Paesi lontani, dove la guerra e l’estrema povertà li ha costretti a fuggire, lasciando ogni cosa e spesso anche le persone care. Allora sarà un Natale diverso dal solito e ci aiuterà ad avere più speranza e gioia nel cuore.
Cari amici, alzate lo sguardo: una splendida luce è apparsa oggi sulla terra. Essa è accesa anche per ciascuno di noi. I pastori, al vedere la stella, provarono grandissima gioia. È la stessa gioia che auguro a voi, ai vostri cari ed amici in questo Natale.
Cesare Nosiglia