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Attualità | 29 gennaio 2017, 07:50

Alla scoperta dei luoghi dimenticati nel torinese con una macchina fotografica e un "macinino"

Villa Moglia, Acciaierie Lucchini, Ultimo Impero: Il viaggio degli Urban Storytellers attraverso luoghi abbandonati nel torinese

Alla scoperta dei luoghi dimenticati nel torinese con una macchina fotografica e un "macinino"

 

“Nel mese di Dicembre ho percorso oltre 1.300km, in cinque giorni, per visitare e documentare con la mia reflex, alcuni dei luoghi più affascinanti in stato di abbandono o dismessi presenti sul territorio del nord Italia”, inizia così il racconto di  Riccardo, che con la sua macchina fotografica è andato alla scoperta di luoghi dimenticati e lasciati vuoti.

Attraverso un obiettivo, Riccardo Boglio, con la sua amica e “partner in crime” nella passione fotografica, Marvi Pezzoni (insieme in arte “Urban Storytellers”), racconta la storia di posti, edifici che fanno parte del nostro territorio urbano ma che ormai sono caduti in disuso, come le Acciaierie Lucchini a Settimo Torinese, Villa Moglia a Chieri, la ex-discoteca “Ultimo Impero” ad Airasca.

I due Urban Storytellers torinesi si sono ispirati e lasciati affascinare dal movimento denominato “Urbex” (Urban + Exploration), che negli anni recenti ha preso sempre più piede – sia in Italia che all’estero -, espandendosi a tal punto da divenire un genere fotografico a sé stante.

Urbex vuole raccontare quella decadenza urbana che sta diventando sempre più prominente, con le fabbriche , con i parchi giochi e tanti altri edifici dell’uomo che sono ormai abbandonati ai margini e all’interno delle città. Al tempo stesso, il movimento fotografico si propone di esplorare e documentare “senza lasciare traccia di sé”, come spiega Riccardo, la storia delle aree urbane, di quei luoghi che da popolari si sono trasformati in qualcosa di dimenticato.

E così Riccardo è salito sul suo “macinino”, come definisce lui ironicamente la sua macchina, e si è messo in viaggio, alla scoperta di posti e storie.

Tra i luoghi documentati, c’è la settecentesca Villa Moglia a Chieri. Dapprima dimora di marchesi e poi Istituto Salesiano, finisce per diventare di proprietà comunale e di essere abbandonata al suo destino. Oggi, come si vede dalle foto di Riccardo, le stanze mantengono ancora qualche segno di quella bellezza che doveva averla caratterizzata un tempo ma per lo più sono un insieme di calcinacci e macerie. Con una certa frequenza, l’edificio è teatro di riti satanici, goliardate e fa a volte da sfondo a cortometraggi horror girati da troupe di ragazzi.

Le acciaierie Lucchini a Settimo Torinese, anche queste rapite dall’obiettivo degli Urban Storytellers, sono l’ultimo stabilimento siderurgico apparso sul territorio comunale di Settimo Torinese e simbolo di un glorioso passato industriale, oggi pressoché sepolto. Le acciaierie sorgono su un preesistente impianto,  realizzato dai coniugi Maggio e Baldi, commercianti in materiali ferrosi, sin dal 1955. Nel 1966 la società bresciana Lucchini acquisì la piccola fonderia – fallita e messa in liquidazione già nell’anno precedente – avviando, al tempo stesso, i primi lavori di ampliamento del complesso. L’attività dell’acciaieria Lucchini verrà definitivamente chiusa nel 2000, mettendo la parola fine alla breve parabola dell’industria siderurgica di Settimo. Dagli scatti di Riccardo si evince la nudità di questa fabbrica, fatta di ambienti deserti, macchine in solitudine e ciminiere prive di fumo.

L’ospedale Maria Adelaide, costruito tra il 1927 e il 1919 da Riccardo De Angeli, per ospitare 300 orfani di guerra e figli di mutilati, racconta di un tempo lontano con i lettini d'ospedale vuoti e le protesi rotte abbandonate per terra, a testimonianza di un tempo che non c'è più. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, divenne un convalescenziario INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro). Dal 1981 fu invece un centro di rieducazione funzionale dell’ospedale torinese, ruolo che ricoprì sino al 2007, quando fu spostato altrove e defitivamente abbandonato.

Infine, ultimo luogo nel torinese del loro reportage è la discoteca “Ultimo Impero” ad Airasca, sulla statale del Sestriere, aperta nel 1992 e considerata una delle più grandi discoteche di sempre. Nota per la maestosità delle sue sale, la discoteca iniziò ad avere problemi già nel 1996, quando un blitz della Guardia di Finanza sequestrò centinaia di pasticche di ecstasy, hashish e cocaina. Dopo aver tentato più volte, ma senza successo, di replicare i fasti di un tempo, Ultimo Impero resta ormai un posto vuoto e messo all’asta dal tribunale.

I due Urban Storytellers, autori già di un’altra mostra fotografica a Milano, hanno in progetto una nuova esposizione a Torino.

 

 

 

Giulia Maccagli

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