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Centro | 16 marzo 2017, 13:45

Da Torino l’esperto di terrorismo parla alla Camera dei Deputati

Claudio Bertolotti ha preso parte alla conferenza “I nuovi fenomeni del radicalismo armato, l'uso del web e le strategie di contrasto”

Claudio Bertolotti

Claudio Bertolotti

Il piemontese Claudio Bertolotti, analista strategico esperto di terrorismo e di sicurezza del Mediterraneo e collaboratore di Energie per l’Italia di Stefano Parisi, è stato chiamato a prendere parte, martedì 14 marzo presso la Camera dei Deputati a Palazzo Montecitorio, alla conferenza “I nuovi fenomeni del radicalismo armato, l'uso del web e le strategie di contrasto” insieme agli esperti sicurezza, politici, ed esponenti della società civile.

Presenti, in qualità di relatori Presso la Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio si è svolto il convegno "I nuovi fenomeni del radicalismo armato, l'uso del web e le strategie di contrasto". Interventi di Stefano Dambruoso, questore della Camera, Andrea Manciulli, presidente della delegazione parlamentare presso l'assemblea parlamentare della Nato, Alessandro Minuto Rizzo e Matteo Bressan, rispettivamente presidente e analista del Nato defense college foundation, Claudio Bertolotti, analista strategico Itstime (Italian team).

Stefano Dambruoso, questore della Camera, Andrea Manciulli, presidente della delegazione parlamentare presso l'assemblea parlamentare della Nato, Alessandro Minuto Rizzo e Matteo Bressan, rispettivamente presidente e analista del Nato Defense College Foundation, Rosario Simone, scrittore, Domitilla Savignoni, giornalista, moderati da Francesco De Leo, giornalista di Radio Radicale.

Molti gli elementi analizzati ed illustrati a un pubblico composto da rappresentanti di tutte le istituzioni dei comparti Difesa, Sicurezza, intelligence, ma anche accademici, professionisti e, in particolare, giovani studenti universitari. Significative le argomentazioni illustrate da Bertolotti nel corso della discussione.

La prima è che il terrorismo con cui ci interfacciamo è una manifestazione di violenza che affonda le sue radici in un radicalismo religioso; e se il radicalismo è la causa del terrorismo, una strategia di contrasto deve prima concentrarsi su questo.

La seconda è che quello che oggi chiamiamo terrorismo è un fenomeno in evoluzione caratterizzato da una componente insurrezionale militarizzata esportabile, con capacità tattiche e operative.

La terza, infine, è che l’ISIS è una realtà che da minaccia territoriale definita, il proto-stato tra Siria e Iraq, si è imposto come fenomeno sociale in grado di alimentare il radicalismo e la sua manifestazione violenta del terrorismo.

In particolare, oggi, l'ISIS stesso, a corto di finanze, con un limitato territorio sotto il proprio controllo, ha cambiato strategia: l'outsourcing, l'esternalizzazione della violenza del terrorismo a gruppi, o singoli, chiamati ad agire nei propri paesi come “armi di prossimità”. Sono i “lupi solitari”, i “self-starters”, radicalizzati in ambienti a rischio, come le carceri o luoghi di aggregazione illegali, o auto-radicalizzati attraverso il Web; spesso di 2a/3a generazione, o convertiti all’Islam, ma anche soggetti riconducibili a flussi migratori come Anis Amri e l’attacco a Berlino hanno purtroppo dimostrato.

 

r.t.

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