“Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, mi ha comunicato di aver approvato il piano di interventi per le opere pubbliche nei Comuni colpiti dall’alluvione di novembre, nei territori di Cuneo e Torino. Il piano è stato approvato per circa 47 milioni di euro. Gli altri fondi, per raggiungere i 51 milioni di euro previsti dalla delibera del Consiglio dei Ministri, a seguito della risposta ad alcuni chiarimenti richiesti”. Lo annuncia il Ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa.
“Il piano – precisa Costa – finanzia interventi disposti dai Sindaci, ripristini urgenti di viabilità curati dalle Province, nonché necessari interventi di competenza delle società di gestione delle reti idriche".
“Già il 25 novembre – prosegue il Ministro – ho partecipato alla riunione d’emergenza che si è svolta in Prefettura: in quella sede ho avuto modo di constatare come gli Enti e le Istituzioni coinvolte abbiano saputo reagire con prontezza. Ho svolto, poi, diversi sopralluoghi nelle zone colpite – la valle Tanaro, la valle Po e le valli Monregalesi – rendendomi conto di persona dell’entità dei danni causati, sia alle strutture pubbliche sia a quelle private. In occasione dei numerosi incontri che ho svolto con gli amministratori, così come con i cittadini, ho potuto apprezzare la volontà a ripartire con determinazione ma anche la richiesta di non essere abbandonati dallo Stato. Il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stato d’emergenza nella seduta del 16 dicembre 2016, il 10 gennaio scorso il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso l’ordinanza relativa al riconoscimento dei primi interventi urgenti, nominando Commissario ad acta il Presidente della Regione, e ieri lo stesso Dipartimento ha approvato il piano degli interventi predisposto dalla Regione”.
Afferma Enrico Costa: “Con questo passaggio si chiudela fase iniziale di primo intervento sulle proprietà pubbliche. Parallelamente, dovrà essere finanziata la cosiddetta ‘fase due’, cioè le compensazioni ai privati, famiglie e imprese danneggiate, per ragioni di equità oltre che di ripresa del tessuto economico locale”.