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Economia e lavoro | 24 marzo 2017, 17:30

Il 27 marzo sciopero dei lavoratori dell’ Associazione Nazionale Strutture per la terza età per il rinnovo del contratto

Oltre 20 mila interessati del comparto socio sanitario assistenziale. Presidio regionale davanti alle sede Anaste, via Massena 20, Torino, dalle ore 10 alle 13

Il 27 marzo sciopero dei lavoratori dell’ Associazione Nazionale Strutture per la terza età per il rinnovo del contratto

Lunedì 27 marzo è stato proclamato lo sciopero nazionale per il rinnovo del CCNL Anaste (Associazione Nazionale Strutture per la terza età), che in Piemonte gestisce 6 mila 500 dei 20 mila posti letto nelle Residenze Socio Assistenziali. Circa 4.500 lavoratrici e lavoratori aspettano da 8 anni il rinnovo del Contratto.

In occasione dello sciopero, i sindacati confederali hanno organizzato un presidio regionale davanti alle sede Anaste, via Massena 20, Torino, dalle ore 10 alle 13.

Al centro della protesta le proposte, definite “inaccettabili” da Fp Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Uil Fpl, di Anaste al tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale applicato a circa 20 mila addetti del comparto socio sanitario assistenziale.

Le categorie di Cgil, Cisl e Uil puntano il dito contro: “La richiesta dell’aumento dell’orario di lavoro da 38 a 40 ore settimanali; la riduzione, fino all'azzeramento, dei permessi retribuiti; l’azzeramento del pagamento dei primi tre giorni di malattia, l’aumento medio lordo di 19 euro dopo 8 anni di mancato rinnovo del contratto”. Proposte ben lontane dalle richieste sindacali che, nella piattaforma unitaria, rivendicano “un aumento economico di 110 euro e l'adeguamento del sistema di classificazione, l'estensione delle tutele, a partire da malattia, maternità, formazione, il rafforzamento delle relazioni sindacali, al fine di valorizzare le professioni e dare il giusto riconoscimento al lavoro degli operatori tutti”.

Proposte che per Fp Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Uil Fpl mirano “ad unificare le condizioni di chi opera nel settore, e a contrastare il crescente dumping dovuto alla frammentazione contrattuale. Solo attraverso la tutela dei lavoratori è possibile migliorare la qualità del lavoro”. Per queste ragioni è stato proclamato lo sciopero del 27 marzo in tutte le strutture interessate e su tutto il territorio nazionale, salvaguardando i servizi minimi essenziali all’utenza, per dire “basta alla logica di fare profitto attraverso il peggioramento delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori”.

C.S.

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