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Attualità | 29 marzo 2017, 16:44

Cassa integrazione in calo in Piemonte ma in 9 anni persi 50 mila posti di lavoro

Come evidenziano i dati del servizio politiche attive e passive del lavoro della UIL

Cassa integrazione in calo in Piemonte ma in 9 anni persi 50 mila posti di lavoro

In Italia, a febbraio, come evidenziano i dati del Servizio politiche attive e passive del lavoro della UIL Nazionale, sono state richieste 35.439.030 ore di cassa integrazione con un aumento, rispetto a gennaio, del 15,8%.

In Piemonte la richiesta è stata di 3.399.738 ore, in diminuzione del 35,3% (+30,2% ordinaria, -55,3% straordinaria, +249,1% deroga). A febbraio, i lavoratori piemontesi tutelati sono stati 19.998, con una diminuzione di 10.920 unità rispetto al mese precedente.

 

DATI PROVINCIALI

L’andamento delle ore nelle province piemontesi, nel confronto tra febbraio e gennaio, è stato il seguente: Novara +196,1%, Vercelli +48,7%, Biella +47,9%, Cuneo -8,9%, Asti -14,7%, Verbania -36%, Alessandria -43,7%, Torino -47,3%.

DICHIARA IL SEGRETARIO GENERALE UIL PIEMONTE GIANNI CORTESE: “Le richieste di ore di cassa integrazione a febbraio evidenziano un calo consistente rispetto ai mesi precedenti, ma non vuol dire che il peggio sia passato, soprattutto perché il calo riguarda esclusivamente la cassa integrazione straordinaria, probabilmente per l’impossibilità di molte aziende di richiedere l’ammortizzatore sociale per il superamento dei 24 mesi di utilizzo".

"Per un’analisi più approfondita dello stato del nostro tessuto produttivo sarebbe utile conoscere l’andamento delle ore richieste al Fondo di Integrazione Salariale, operativo da oltre un anno, che ha sostituito la cassa integrazione in deroga per le aziende con più di 5 dipendenti".

"La strada della ripresa è ancora lunga se pensiamo che, tra il 2007 e il 2016, l’Italia ha perso ben sette punti di PIL e in Piemonte, ancora oggi la perdita di posti di lavoro ammonta a 50.000. Preoccupa particolarmente la condizione dei giovani che, soprattutto nell’area della Città Metropolitana di Torino, hanno un tasso di disoccupazione allarmante".

"Il recente avvio della sperimentazione dell’assegno di ricollocazione per i disoccupati percettori della Naspi è un primo passo, ma va accompagnato da altri filoni di politiche attive e da un serio piano di investimenti”, ha concluso Cortese.

c.s.

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