Oltre ai lusinghieri risultati di mercato dell'ultimo periodo (con la sola eccezione del mese di aprile), Fca può sorridere anche per un altro motivo. Il 40% dei dipendenti italiani del gruppo automobilistico torinese ha scelto il bonus welfare, con un tetto massimo di 700-800 euro, a seconda dell'inquadramento professionale.
Una media assolutamente superiore a quella delle altre aziende italiane nazionali, il cui risultato si è attestato attorno al 30%. Sono stati in tutto 26.500, su un totale di 66 mila lavoratori, i lavoratori che si sono iscritti attraverso il sito internet dedicato, in cui è possibile vedere beni e servizi di cui i lavoratori potranno usufruire con la propria famiglia: significativa l'adesione degli operai, circa il 57% del totale.
Per tutti coloro che invece non hanno aderito, ci sarà l'incentivo "tradizionale", con i soldi in busta paga. Che, per oltre la metà dei dipendenti Fca, continua ad essere la soluzione preferita. Ed è su questo punto che ha battuto la Fiom, nel suo commento. Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, ha infatti dichiarato: "I bassi dati di adesione dei lavoratori Fca e Cnh al sistema di welfare aziendale si prestano a qualche considerazione. Ovviamente di questi dati prendiamo atto, anche se balzano agli occhi alcuni differenze notevoli tra le diverse realtà, a partire dalla percentuale di adesione in Cnh (16%) e Fca (40%)".
"Una cosa è certa: fino a qualche giorno fa le percentuali erano assai più basse e il recupero ha avuto del miracoloso, nonostante la ossessiva campagna di propaganda messa in campo, che ha superato in molti casi i limiti della decenza: alla faccia della libera scelta, con modalità che non abbiamo visto in nessun'altra azienda".
"La verità - ha concluso Bellono - è che il sistema di welfare imposto da Fiat e Fca massimizza i risparmi aziendali (se i dati sono corretti, oltre 5 milioni di euro), con i 700 euro (800 per gli impiegati) tolti dalle buste paga dei lavoratori e trasformate in prestazioni. Su questo tema il consenso andava costruito con più informazione e meno propaganda, mentre in questo modo si è alimentata la diffidenza dei lavoratori e si è registrato un risultato scadente. Anche Napoleone dopo Waterloo disse che in fondo non era andata male".