Terzo anno consecutivo per l’impegno degli studenti del Liceo “Carlo Botta” di Ivrea per l’apertura al pubblico dei monumenti di area cittadina.
Prosegue il progetto “San Nicola da Tolentino. Lo studio e l’apertura al pubblico di un monumento altrimenti invisibile”, che ebbe menzione speciale a Roma al concorso nazionale del 2015: “Articolo 9 della Costituzione. Cittadinanza attiva per superare la crisi attraverso la cultura e il patrimonio storico artistico.” La chiesa di San Nicola, adottata dal Liceo Botta, in questi anni è stata visibile in diverse occasioni d’apertura. Il progetto, continuato costantemente, continua anche con altri monumenti.
Il Liceo ha anche attivato il corso specifico sui Beni Culturali. Nel corso delle iniziative del circuito “Città e Cattedrali” sabato 23 e domenica 24 settembre gli studenti accompagneranno il pubblico alla visita della Cattedrale dell’Assunta e della sua Cripta sotterranea (dalle ore 14,30 alle 17,30) e, a poche decine di metri, alla vista della Chiesa di San Nicola da Tolentino (dalle ore 14,30 alle ore 18,00).
Durante l’edificazione della facciata ottocentesca del duomo, furono ritrovati resti che testimoniano la presenza di un tempio romano già nel I secolo a.C., trasformato in chiesa cristiana tra il IV e il V secolo, quando venne istituita la diocesi di Ivrea. La decisione di ingrandire ed abbellire la struttura venne assunta dal vescovo Warmondo all’inizio del XI secolo. Della costruzione originaria si sono conservate alcune parti: l'abside, le due torri campanarie, il deambulatorio alle spalle del coro e la parte più antica della cripta. Tali strutture costituiscono una delle principali testimonianze dell'architettura romanica in Canavese.
Tra il XIII ed il XV secolo si assistette ad ammodernamenti dell'apparato decorativo, come testimoniano gli affreschi visibili all'interno della cripta, lungo la scala di accesso al deambulatorio e nel deambulatorio stesso. Il vescovo Bonifacio Ferrero nel 1516 fece edificare una nuova facciata con un portico in stile bramantesco che sostituì l'antica facciata romanica. Nel 1854 la facciata venne nuovamente sostituita con l’attuale facciata neoclassica, eseguita dall’architetto Gaetano Bertolotti su modello palladiano, prolungando la navata di una campata. Le trasformazioni più profonde ebbero luogo verso la fine del Settecento, quando il vescovo Ottavio Pocchettini incaricò l'architetto Giuseppe Martinez (nipote di Juvarra) di ristrutturare l'edificio in stile tardo barocco; tale intervento modificò dimensioni ed impostazione dell’edificio.
Le notizie per la chiesa di San Nicola da Tolentino partono dalla tradizione che un certo fra Giacobino solitario da Cremona venuto in Ivrea nel 1275 aprì, presso la Cattedrale una piccola cappella, decorandola, dedicata alla SS. Trinità. Nel 1399 costituì una confraternita dedicata alla SS. Trinità, Maria Santissima, San Giacomo. Nel 1446 San Nicola da Tolentino (morto nel 1305) venne canonizzato e la confraternita nel 1477 prese il suo nome. Nel 1595 i membri della confraternita decisero di erigere una nuova chiesa perché quella di fra Giacobino era piccola e decadente. Nel 1605 Monsignor Cesare Ferreri, Vescovo di Ivrea, pose la prima pietra per l’edificazione della nuova chiesa.
Il 1605 era il 300 centenario della morte di San Nicola. Nel 1612 la chiesa era ultimata con la visita pastorale di Monsignor Asinari, e con la realizzazione in facciata della scritta “1605 constructum, 1612 perfectum”. Nel 1620 fu costruito il coro ligneo. La chiesa di S. Nicola da Tolentino, racchiude e conserva importanti e pregevoli opere d’arte. L’apparato decorativo murario dipinto con tecnica mista nel 1683 da Cesare Chiala, adorna vorticosamente tutta la chiesa intrecciando cicli con scene sacre e cartigli, trompel’oeil con architetture, finti marmi, volute, conchiglioni.
La chiesa internamente è composta da un’unica navata con vota a botte suddivisa in tre campate da lunette e costoloni, da cui si sviluppano al di sotto del cornicione sei cappelle laterali con due altari in stucco a finto marmo, quattro coretti lignei, finti marmi e affreschi fino alla zona presbiteriale. Nella volta della Chiesa (terza Campata) permane il foro di una bomba lanciata dai Francesi durante l’assedio del 1704.
Dopo un’ispezione per la prossima apertura purtroppo lo stato dei dipinti murali peggiora di anno in anno, sottolineano con viva preoccupazione la preside Lucia Mongiano e il responsabile del progetto, il professor Silvio Ricciardone, laddove un deperimento ornamentale e artistico tende a impoverire non soltanto il valore simbolico spirituale, ma il valore medesimo del monumento.