E' operativa sul territorio di Collegno, ma si trova di fatto attaccata a Torino, quella che rappresenta la più grande centrale europea di co-generazione tramite celle a combustibile alimentate a biogas. Si trova installata presso l'impianto di depurazione delle acque di Smat e opera nell'ambito del progetto europeo Demosofc (che ha un budget complessivo di quasi 6 milioni di euro), inserito in Horizon 2020.
Detto in poche parole: è un macchinario in grado di trasformare le acque nere delle nostre fognature in energia pulita. Senza creare sprechi e garantendo il 30% del fabbisogno energetico dell'intero impianto, che depura quotidianamente le acque reflue di Collegno, Rivoli e Grugliasco. La parte che non viene utilizzata per produrre energia diventa fertilizzante. Il calore prodotto aiuta a far ripartire il meccanismo di trasformazione del gas in energia.
Tra pochi giorni ci sarà l'inaugurazione ufficiale, ma il frutto degli sforzi congiunti della star-up finlandese Convion, il centro di ricerca scandinavo di VTT, l'Imperial College di Londra e il dipartimento di Energia del Politecnico è ormai realtà. “Un impianto all’avanguardia – commenta il professor Massimo Santarelli, docente del Dipartimento di Energia del Politecnico di Torino - in grado di mettere in atto un processo in accordo con i principi alla base dell’economia circolare, che si integra a una soluzione tecnica modulare, che può essere inserita in grandi impianti industriali, come nel caso di Smat”.
“E' rilevante la valenza ambientale di una tecnologia fortemente innovativa - sottolinea Paolo Romano, presidente di Smat - installata all’interno di un complesso impianto industriale che produce elevatissime rese energetiche senza emissione direttamente nell’aria. Dalle analisi condotte dal centro di ricerca finlandese VTT, partner del progetto, si è infatti evidenziato che l’aria emessa dal Demosofc ha caratteristiche migliori dell’aria esterna. Si può quindi sostenere che questo processo sviluppato per generare energia termica ed elettrica, depura parzialmente anche l’aria che respiriamo”.
Ma come funziona esattamente questo impianto? Le acque reflue derivate dalla fognatura delle nostre case vengono inserite in un capannone in cui la temperatura a 38-40 gradi scalda la materia e crea un gas ricco di metano. La parte non volatile diventerà fertilizzante, mentre il gas viene incanalato e immesso in un sistema che, grazie alla presenza di aria pulita, innesca una reazione chimica che genera energia.
Rispetto agli impianti a biogas presenti in Italia che sfruttano reflui zootecnici, in questo caso la presenza di zolfo è ancora inferiore. Quello della Smat a Collegno è un'applicazione che deriva da una prima sperimentazione avviata a Castiglione, negli anni passati, e che ora ne permette l'applicazione in impianti di media dimensione, proprio come indicato dall'Europa nel suo progetto.
Ora il sistema applicato alla centrale di depuerazione di Smat è atteso da 3 anni di test, durante i quali si potranno anche capire eventuali nuove applicazioni, comprese quelle domestiche, oppure su scala dimensionale maggiore.