E poi venne il suono, ma loro lo distrussero. Disintegrazione totale delle note in un concentrato di disperata malinconia e rabbia laconica, essenziale. Una band che non hai mai bisogno di preliminari, per scatenare live potentissimi, in cui la distorsione diventa la nuova cifra della melodia.
Eccoli, i Marlene Kuntz, per la prima volta in una cornice postmoderna che inquadra perfettamente il loro stile unico e inconfondibile: le nuove Ogr da poco ristrutturate, che da reparti industriali si sono trasformate in templi della cultura urbana, riempendo con la musica il vuoto della loro storia passata.
Ieri sera la band di Cristiano Godano è salita sul palco come tappa finale del tour “Onorate il vile”, e in attesa di pubblicare l'undicesimo album nel 2018. Un concerto per l'evento Rise Up!, all'interno del festival Borgate dal vivo, il cui ricavato sarà devoluto a Castelluccio di Norcia, in provincia di Perugia, uno dei borghi devastati dal terremoto dello scorso anno. Proprio da questo luogo partirà la prossima edizione della kermesse, che quest'anno ha coinvolto quati trenta comuni alpini di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta.
Il contrasto fortissmo e meraviglioso tra il rock e il suo nobile fine è proprio questo. Dall'energia distruttrice delle canzoni dei Marlene nascerà la speranza per una nuova vita ancora tutto da formare, ricomponendo vite umane pezzo dopo pezzo.
Malgrado il noise malinconico e amaro, quello che Godano e i suoi hanno voluto comunicare è stata proprio la voglia di ripartire poggiandosi su nuove fondamenta: e lo hanno fatto suonando in un ambiente fino a ieri desolante e abbandonato, dove la musica non esisteva.
Due intense ore di live che omaggiano gli esordi negli anni Novanta, quando nacque la maggior parte del pubblico presente, e raccontano senza sconti la storia più recente.
I Marlene Kuntz si riconfermano la band ribelle che denuncia la mediocrità, si infiamma e risorge dalle proprie ceneri. Proprio come si spera accada laggù dove la terra si è aperta.