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Eventi | 18 dicembre 2017, 12:24

Domani all'auditorium Vivaldi ultimo appuntamento del 2017 del Centro Studi Piemontesi

Interverrà l’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte Antonella Parigi

Domani all'auditorium Vivaldi ultimo appuntamento del 2017 del Centro Studi Piemontesi

Domani, martedì 19 dicembre, alle ore 17, all’Auditorium Vivaldi, in piazza Carlo Alberto 3 a Torino, ultimo appuntamento della stagione culturale 2017 del Centro Studi Piemontesi, con la presentazione del libro di Graziella Riviera, La strada del Fiammingo. Dal Brabante al Monferrato: i Tabachetti di Fiandra (Edizione Centro Studi Piemontesi, pagg. VI-358, ill. a colori).

Interverrà l’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte Antonella Parigi. Dopo i saluti di Franca Porticelli, Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, con l’Autrice intervengono Giuseppe Pichetto, Presidente Centro Studi Piemontesi, Renata Lodari, Presidente Ente Gestione Sacri Monti del Piemonte, Rosanna Roccia, Direttore “Studi Piemontesi”, Giovanni Tesio, Università del Piemonte Orientale. Coordina Albina Malerba, letture di Laura Cavigliasso. Info: Tel: 011 537486;info@studipiemontesi.it. www.studipiemontesi.it

 

 

Graziella Riviera: Torinese di radici monferrine ha lavorato alla RAI come autrice e regista realizzando numerosi programmi televisivi e radiofonici: fra questi i telefilm Lunedì dell’Angelo; Un sogno a Colonia, in collaborazione con la WDR; gli sceneggiati Guido Gozzano; La Signora dei Misteri (Carolina Invernizio); e il pluriennale programma in diretta Colloqui per RadioDue.  In qualità di giornalista ha curato servizi di arte, musica e spettacoli per il settore Cultura del TGR Piemonte, collaborando con le testate nazionali e le trasmissioni Bellitalia e TG Leonardo. Appassionata di storia e folklore, continua ricerche e studi sul territorio.

Dinant-sur-Meuse, 8 luglio 1587. Orfano e privo di mezzi, ricco solo di talento e di tenacia, Jean de Wespin detto Tabaguet lascia a vent’anni il natìo Brabante per imboccare la strada che porta a sud, verso le Alpi e l’Italia. È l’inizio di una lunga avventura che dalle rive della Mosa lo condurrà al Po, al Monferrato e alla Valsesia, fino a Varallo e a Crea, dove più tardi lo raggiungerà il fratello Nicolas. Lassù il giovane si rivelerà presto come uno dei più significativi artisti dei Sacri Monti piemontesi fra Cinque e Seicento. Ma prima dovrà superare drammi familiari, guerre e malattie, e soprattutto affrontare la sfida più importante, quella per ottenere la vittoria contro se stesso e l’amore pieno della sua donna.

Costruita sulle basi di una rigorosa documentazione storica, ma raccontata con i criteri della narrazione romanzesca, la vicenda si muove dai capolavori della scultura mosana e della pittura fiamminga al fervore artistico promosso dalla Chiesa della Controriforma in Piemonte e Lombardia; dalle grandi processioni figurate dei Paesi Bassi ai nuovi itinerari di cappelle sulle boscose colline nostrane, affollate di gruppi statuari evocatori dei Misteri del Rosario e della Passione di Cristo.

I due fratelli protagonisti, conosciuti in Italia come Giovanni e Nicola Tabachetti, attraversano le guerre di Fiandra e del Monferrato, vivono assedi, epidemie, conflitti religiosi. Nel loro percorso, fra realtà e immaginazione, incontrano la regina Margot di Navarra, sfiorano la visita a Varallo di Carlo Emanuele I di Savoia con l’Infanta Catalina Micaela e il viaggio nuziale sul Po della loro figlia Margherita, sposa di Francesco Gonzaga di Mantova.

Dai traffici internazionali del porto di Anversa ai microcosmi vivaci e laboriosi di Crea e Varallo, Moncalvo e Casale, Salabue, Forneglio, Costigliole d’Asti: Jean e Nicolas firmano contratti con Priori e canonici, si immergono nella vita quotidiana di cantieri e mercati, infondono nelle loro composizioni di argilla un’originale vena nordica, drammatica ed emozionante.

Li accompagna in controluce la figurina svelta e vivace della piccola Theodora Caccia, figlia del pittore Guglielmo e sensibile interprete, come il padre, della fede del territorio. Sullo sfondo la presenza costante del Gran Teatro dei Sacri Monti, spettacolare pietrificato scenario di devozione subalpina; respiro potente di sacralità mistica e misteriosa.

“La vicenda – scrive l’autrice –  è nota agli studiosi ma sconosciuta al grande pubblico. Ho pensato valesse la pena di raccontarla, immergendola nel suo tempo e nei suoi paesaggi”.

c.s.

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