Auditi oggi in Commissione regionale trasporti i rappresentanti di varie sigle sindacali di GTT.
E' emerso un quadro grave e preoccupante che denunciamo da tempo. Stipendi dei manager stratosferici e in assenza di risultati ottenuti, ingenti tagli della Regione Piemonte e del Governo con fondi passati da 147 a 133 milioni, il mancato rimborso da parte della Regione Piemonte delle tessere disabili utilizzate ed ovviamente, come rimarcato più volte dal Movimento 5 Stelle, il debito “monstre” di 71 milioni di euro dell'Agenzia Mobilità Piemontese nei confronti di Gtt.
A ciò si aggiungono le croniche denunce sulla gestione dell'azienda da parte delle solite figure dirigenziali legate a doppio filo al vecchio sistema politico torinese.
In questa situazione complessa, ereditata dalle passate amministrazioni comunali, il nuovo piano di rilancio rappresenta un punto di svolta. Un primo atto concreto per raggiungere obiettivi importanti: 7 nuovi tram entro il 2022, il passaggio di linee da gomma a ferro e l’aumento di mezzi a metano ed elettrici.
Un'azione che tuttavia richiede la massima collaborazione tra istituzioni e sigle sindacali al fine di far emergere le gravi inefficienze interne all'azienda. Colpire la malagestione è indispensabile e deve essere la priorità assoluta per scongiurare impatti sui lavoratori.