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Economia e lavoro | 22 febbraio 2018, 17:45

Il grido di dolore di Ascom: a Torino scomparsi 1600 negozi in 10 anni

Tengono bar, hotel e ristoranti, ma dal 2008 si registra una vera e propria emorragia di esercizi all'ombra della Mole. Anche se il centro storico sembra resistere meglio che altrove

Il grido di dolore di Ascom: a Torino scomparsi 1600 negozi in 10 anni

Perdere 1600 negozi nel giro di 10 anni vuol dire vederne chiudere - in media - 160 ogni dodici mesi. Una vera e propria emorragia, che oggi a Roma Confcommercio ha ufficializzato per quanto riguarda la città di Torino, in base a uno studio che prende in considerazione il periodo che va dal 2008 in poi.

In particolare, nei centri storici di 120 città medio-grandi d'Italia, la riduzione dei negozi è stata del 10,9%. Sono spariti soprattutto negozi tradizionali, come quelli alimentari e dell'abbigliamento, mentre sono cresciuti gli esercizi legati alla tecnologia e le farmacie. In forte crescita anche il commercio ambulante. Secondo gli esperti, la scelta di abbandonare i centri storici è determinata soprattutto dagli alti canoni di locazione che inducono i commercianti a spostarsi verso le periferie. Nell'analisi dell'Ufficio Studi si evidenzia anche il boom delle imprese commerciali straniere in Italia.

I dati di Torino seguono solo in parte il trend nazionale, perché la chiusura degli esercizi fuori dal centro storico è addirittura più marcata rispetto al dato nazionale. Nel centro storico si passa da 2021 esercizi a 1761, mentre nel resto della città da 9710 a 8267. Nel centro crescono gli alberghi, i ristoranti e i bar in misura decisamente superiore rispetto al resto della città (+19% nel centro, +5,5% fuori).

“La fotografia che esce dalla ricerca del nostro Ufficio Studi risente in modo forte degli effetti della crisi dell’ultimo decenni – commenta Maria Luisa Coppa, presidente di AscomTorino e vicepresidente nazionale di Confcommercio –. Ma il segno positivo è la tenuta, rispetto al trend nazionale, dei negozi nel centro storico. E’ il segno che gli sforzi di valorizzazione della città soprattutto in chiave turistica hanno dato i loro frutti. Ora la sfida è quella di portare le stesse dinamiche nel resto della città".

"In tutti gli incontri che stiamo facendo - aggiunge - con tutte le forze politiche in vista delle elezioni 2018, chiediamo che idea di città abbiano per il futuro di Torino e delle città italiane. Confcommercio e AscomTorino rinnovano la loro richiesta di cedolare secca sulle locazioni commerciali e l’istituzione di una local tax che comprenda TARI, TASI e IMU e che sia totalmente deducibile, come oggi ribadito dal nostro presidente Sangalli”.

Massimiliano Sciullo

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