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| 24 febbraio 2018, 12:00

Lillehammer 1994: 20 medaglie per l'Italia, 5 per Manuela Di Centa!

Insieme all'esperto Pietro Tassone ripercorriamo la storia dei Giochi invernali. Edizione da incorniciare per gli azzurri, che conquistano 7 ori, 5 argenti e 8 bronzi. Ben 9 medaglie arrivano dallo sci nordico, di cui 5 portano la firma della fondista di Paluzza

Nell'immagine il logo di Lillehammer 1994, un momento della cerimonia inaugurale e Manuela Di Centa in azione

Nell'immagine il logo di Lillehammer 1994, un momento della cerimonia inaugurale e Manuela Di Centa in azione

Prosegue il viaggio nella storia delle Olimpiadi invernali che Torinosportiva.it ha scelto di proporre ai suoi lettori, affidando i comandi al 94enne di origini frabosane Pietro Tassone, grande esperto in materia e campione nel 1957 di "Lascia o Raddoppia". Grazie ai suoi ricordi enumereremo medaglie, racconteremo aneddoti curiosi e vi accompagneremo durante i Giochi di Pyeongchang 2018.

LILLEHAMMER 1994

RITORNO IN NORVEGIA, 42 ANNI DOPO - La diciassettesima edizione delle Olimpiadi invernali si disputò a Lillehammer (23mila abitanti), in Norvegia, a soli due anni da quella andata in scena ad Albertville per separarla dalla versione estiva dei Giochi. Il ritorno nel Paese scandinavo avvenne a 42 anni di distanza da Oslo 1952 e fu all'insegna dell'ecologia, con impianti edificati in perfetta sintonia con la natura e il paesaggio circostante. Vi presero parte 1738 atleti (104 italiani), rappresentanti 67 Paesi diversi.

FAVOLA DI CENTA. 20 MEDAGLIE PER L'ITALIA - Fu una rassegna a cinque cerchi da record per l'Italia, che agguantò addirittura 20 medaglie, 9 delle quali provenienti dallo sci nordico, dove la fondista Manuela Di Centa ne vinse addirittura 5 in soli 12 giorni! La friulana di Paluzza centrò l'oro nella 15 e nella 30 chilometri, l'argento nella 5 chilometri e nella combinata 5+10 chilometri e il bronzo nella staffetta 4x5 chilometri (con Bice VanzettaGabriella Paruzzi e Stefania Belmondo). A vincere gli altri ori furono Deborah Compagnoni nello slalom gigante, Maurilio De Zolt-Marco Albarello-Giorgio Vanzetta-Silvio Fauner (staffetta 4x10 km) nello sci di fondo, Wilfried Huber-Kurt Brugger (doppio) e Gerda Weissensteiner nello slittino e Maurizio Carnino-Orazio Fagone-Hugo Merrnhof-Mirko Vuillermin (staffetta 5000 metri) nello short track. I restanti tre argenti andarono ad Alberto Tomba nello slalom, a Norbert Huber e Hansjörgl Raffl nello slittino (doppio) e a Mirko Vuillermin nello short track (5000), mentre gli altri 7 bronzi se li aggiudicarono Isolde Kostner in discesa libera e supergigante, Marco Albarello nella 10 chilometri, Silvio Fauner nella combinata 10+15 chilometri, Stefania Belmondo nella combinata 5+10 chilometri, Günther Huber e Stefano Ticci nel bob (doppio) e Armin Zöggeler nello slittino.

DAN JANSEN E NANCY KERRIGAN: STORIE TRISTI A LIETO FINE  - A Lillehammer 1994 tennero banco le storie degli statunitensi Dan Jansen e Nancy Kerrigan. Il primo, pattinatore di velocità, era alla sua quarta e ultima partecipazione olimpica e non aveva mai vinto una medaglia, pur essendoci andato vicino nel 1984 a Sarajevo e nel 1992 ad Albertville (quarto). A Calgary 1988, invece, ricevette la terribile notizia della morte della sorella per leucemia e cadde in entrambe le gare a cui prese parte. Così, in Scandinavia, affrontò con il coltello fra i denti i 500 metri, sua distanza prediletta, ma un errore lo relegò all'ottavo posto. Sparò quindi l'ultima cartuccia sui 1000 metri, dove non era certo il favorito: incredibilmente, proprio il suo ultimo chilometro sul ghiaccio si rivelò vincente, regalandogli l'oro olimpico tanto agognato e addirittura il nuovo record mondiale. Nancy Kerrigan, invece, pattinatrice di figura, fu colpita all'altezza del ginocchio da uno sconosciuto nel corso di un allenamento a poche settimane dai Giochi: si trattava del marito dell'altra pattinatrice statunitense Tonya Harding, che egli disse essere "invidiosa della compagna di squadra". Malgrado questo episodio, Kerrigan e Harding (la cui complicità nell'aggressione non fu mai dimostrata), parteciparono alle Olimpiadi: la prima vinse la gara, la seconda si classificò soltanto decima.

Alessandro Nidi

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