Rivoli in prima fila, quando si tratta di salute. Non solo dal punto di vista della cura immediata, ma anche da quello dello studio, dell'analisi e degli scenari. Non è un caso, infatti, che proprio questa mattina si sia tenuto proprio in città un convegno sulla sanità territoriale (Comunità di pratica e case della salute) cui hanno preso parte oltre 300 esperti, molti dei quali in arrivo anche dall'estero.
Un evento organizzato da l'ASL TO3 insieme prima fila a Regione Piemonte e dell'Università e Politecnico di Torino. L'obiettivo: accendere i riflettori sui metodi per gestire la ricerca, l'innovazione e lo sviluppo di nuove pratiche, in particolare per quanto riguarda l'assistenza territoriale.
Il dibattito ha spaziato dunque tra le nuove frontiere in grado di rivoluzionare, a vantaggio dei pazienti, i tradizionali percorsi di cura. Per esempio i nuovi strumenti, come la comunità di pratica, appena messi a punto dalla Regione Piemonte e subito adottati dall'ASL TO3 che consentono il riordino del sistema.
Proprio ASL TO3 è infatti sede di comunità di pratica e delle prime case della salute, vere innovazioni nella gestione delle patologie croniche. Quattro sono già attive a Vigone, Cumiana, Borgaretto e Pianezza e una quinta aprirà ad Avigliana.
Ad aprire i lavori, l'intervento del sindaco di Rivoli, Franco Dessì.
“L'incontro di oggi ha consentito di presentare queste innovazioni, di condividere le esperienze in atto , di ascoltare le osservazioni di tutti i principali e qualificati interlocutori del sistema in un'ottica di welfare comunity e con il coinvolgimento di tutte le forze del territorio (compreso il sociale) e dei cittadini, con l'obiettivo di modernizzare l'assistenza territoriale e rendere più mirati ed efficaci gli interventi - ha sottolineato stamattina il Flavio Boraso, direttore Generale dell'ASL To3 in apertura del Convegno -. L'Asl TO3 è presente sulla scena con una bella squadra di professionalità qualificate e motivate che ringrazio per l'impegno attuale e futuro nei progetti presentati . La notevole partecipazione di oggi testimonia l'attenzione e la disponibilità del sistema sanitario a sperimentare ed intraprendere nuovi percorsi assistenziali non certo teorici ma strutturali e direttamente sul campo, a tutto beneficio dei nostri pazienti”.