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Attualità | 28 marzo 2018, 16:30

L'industria 4.0 si rivela per uscire dal gergo e diventare accessibile a tutti

Arriva l'edizione 2018 di A&T che all'Oval dal 18 al 20 aprile punterà sul racconto e sulla formazione per spiegare i benefici per le aziende, PMI comprese

L'industria 4.0 si rivela per uscire dal gergo e diventare accessibile a tutti

Pepper è un robot umanoide che incontra in sala d'aspetto altri due giovani (umani) in attesa di un colloquio di lavoro. "Tranquilli, non sono qui per soffiarvi il posto", dice sorridendo. Potesse sorridere. 

E il tema della convivenza tra lavoratori tradizionali (a due mani e due braccia) e i frutti dell'innovazione è proprio il nocciolo dell'edizione 2018 di A&T, manifestazione ospitata all'Oval Lingotto dal 18 al 20 aprile per discutere di innovazione tecnologica e Industria 4.0.

"Il vero nodo - spiega Luciano Malgaroli, ad della Fiera A&T - è la formazione. Perché per ottenere tecnologia basta comprarla, ma poi è fondamentale insegnare agli uomini e alle donne che lavorano con le tecnologie i modi migliori per interagire. Altrimenti realtà come le PMI saranno sempre sommerse da troppe incombenze per potersi dedicare anche all'innovazione".

In tutto, saranno 400 le aziende presenti, con 50 straniere. "Ma il vero impegno è proporre al pubblico una serie di percorsi esperienziali per capire in maniera pragmatica i benefici legati a un processo produttivo avanzato. Proprio per questo abbiamo realizzato in fiera una smart factory, un'azienda 4.0 che lavora e che dimostra concretamente come funzionano le cose". E uno sportello informativo - curato dal Digital Innovation hub Piemonte - che fornirà ulteriore assistenza e risposte.

"Oggi in Piemonte lo stato dell'arte dell'industria 4.0 vede circa 300 aziende già entrate in contatto con noi - racconta Massimiliano Cipolletta, vicepresidente dell'Unione Industriale di Torino e al vertice del Digital Innovation hub - e parliamo di 18 mesi di tempo, di cui circa la metà in provincia di Torino". "Il vero ostacolo - prosegue - è la cultura d'azienda, il percorso da fare per compiere il salto in avanti e per cui serve formazione: attraverso nuove professionalità, ma anche aggiornando chi c'è già all'interno delle imprese". 

Tra coloro che hanno già fatto il primo passo, l'obiettivo è aumentare la capacità produttiva, accedere a nuovi mercati e arricchire il proprio prodotto. Ma ci sono anche elementi di timore: oltre alla formazione, l'impegno finanziario e la sicurezza. 

E formazione e ricerca, a Torino, fanno rima inevitabilmente con il Politecnico, come il professor Luca Iuliano, che fa parte del comitato scientifico della Fiera. Ampliato e potenziato rispetto alle edizioni passate e che conta su personalità di tutta Italia. "Il Politecnico di Torino è in prima fila per la formazione nell'industria 4.0. Presto partirà il master dedicato a questo tema e non solo".

"Piccole e piccolissime imprese hanno difficoltà ad avvicinarsi a questi temi, se non aiutate - ha raccontato Guido Bolatto, segretario generale di Camera di Commercio - ma la buona notizia è che al nostro bando per 450mila euro a sostegno di progetti di innovazione 4.0 i progetti arrivati e approvati hanno ampiamente superato il budget. È un ottimo segnale". "Sarebbe utile, a fine fiera - ha concluso - mantenere la smart factory costruita per la Fiera per avvicinare a questo mondo le aziende, ma anche gli studenti".

Sfida lanciata e raccolta dagli organizzatori.

Massimiliano Sciullo

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