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Politica | 11 aprile 2018, 15:48

Giustizia e Sanità: un dialogo necessario: se ne è parlato a Palazzo Lascaris

Durante un convegno organizzato da Consiglio regionale

Giustizia e Sanità: un dialogo necessario: se ne è parlato a Palazzo Lascaris

“Fin da quando si è cominciato a discutere di una sanità penitenziaria che si collegasse in modo diverso ai servizi sanitari territoriali e ospedalieri ho ritenuto si trattasse di un percorso necessario e positivo. Visitando gli istituti penitenziari mi ero reso conto dell’urgenza di far uscire l’universo penitenziario dalla sua ‘segretezza’, facendo così rientrare la medicina sanitaria nell’alveo del servizio sanitario pubblico. Facendo, come volontario, il medico ortopedico della squadra di rugby del Lorusso e Cutugno di Torino sono consapevole di quanto resti ancora da fare per dare compiuta attuazione a quanto previsto dalla nostra Carta costituzionale per garantire a tutti, anche alle donne e agli uomini che vivono in carcere, un servizio sanitario disponibile e amico delle persone, universale e gratuito”. Con queste parole il presidente del Consiglio regionale Nino Boeti ha aperto il seminario “Giustizia e Sanità: un dialogo necessario”, che si è svolto questa mattina a Palazzo Lascaris.

Promosso dal Consiglio e dalla Giunta regionale in collaborazione con l’Ufficio del garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, dal Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria (Prap) del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta e dal dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, si è proposto come un’occasione di confronto e di presentazione delle attività formative sulla cura della salute in carcere come il seminario in programma il 9 e il 10 maggio sul tema “L’integrazione tra Sanità e Giustizia, reciproche aspettative, risultati e criticità” e quello sulla prevenzione del rischio di suicidio in carcere, in fase di definizione.

“A dieci anni dalla importante riforma che ha fatto passare le responsabilità della sanità penitenziaria dal Ministero di Giustizia alla Sanità, e quindi alle Regioni - ha dichiarato il garante regionale dei detenuti Bruno Mellano, che ha moderato i lavori - è giunto il momento di valutare l’operatività di questo servizio sapendo che in molti casi nella popolazione detenuta abbiamo persone che solo con il carcere vengono in contatto con i servizi sanitari e prendono consapevolezza magari di uno stile di vita sbagliato o assolutamente dissoluto. È un momento importante in cui il dialogo deve essere condivise tra amministrazioni diverse che hanno compiti diversi ma una responsabilità unica: tutelare il diritto alla salute e al benessere del cittadino temporaneamente recluso nelle patrie galere”.

“Al centro del dibattito sulla Sanità - ha assicurato il presidente della quarta Commissione del Consiglio regionale (Sanità e assistenza) Domenico Ravetti - non c’è solo la riforma ospedaliera ma il tema delle cronicità, che interessa sempre più una popolazione che invecchia. Anche se le risorse si rivelano sempre inferiori alle necessità, restituire garanzie e diritti a chi vive ai margini è una pratica che va attuata e una sfida che dobbiamo accettare”.

Con la direttrice del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino Laura Scomparin - che ha sottolineato le molteplici occasioni di collaborazione del dipartimento da lei diretto non solo con il garante regionale dei detenuti ma anche con la garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza e con il Comitato regionale per i Diritti umani - e il provveditore dell’Amministrazione penitenziaria Liberato Guerriero sono intervenuti Marina Gentile della direzione regionale Assistenza sanitaria e sociosanitaria territoriale, i direttori dell’Ufficio Affari generali, personale e formazione e dell’Ufficio detenuti e trattamento del Prap Romolo Pani e Francesca Romana Valenzi, il coordinatore regionale dei referenti aziendali per la Sanità penitenziaria Antonio Pellegrino e il ricercatore del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino Giovanni Torrente.

Hanno preso parte ai lavori, tra gli altri, i consiglieri Davide Bono e Gian Paolo Andrissi.

c.s.

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