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Eventi | 01 maggio 2018, 15:00

Alla Cavallerizza arriva la "Sindrome d'astinenza da teatro". E il biglietto è "ribaltato"

Spettacolo il 4 maggio alle 21 da un'idea di Erika La Ragione e il testo scritto con Valeria Sara Lo Bue. A fine spettacolo il pubblico decide quanto pagare

Foto: Costagliola

Foto: Costagliola

Si chiama S.A.T. (Sindrome d'astinenza da teatro) lo spettacolo nato da un'idea di Erika La Ragione, con testo scritto insieme a Valeria Sara Lo Bue e che andrà in scena venerdì 4 maggio alle 21 presso la Sala Maneggio della "Cavallerizza irreale" di via Verdi 9.

S.A.T. ha debuttato nel settembre 2017 al TMO Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo, città natale di entrambe le artiste che firmano il lavoro.
Erika, ormai torinese d’adozione (vive a Torino da undici anni) è attrice, diplomata alla Scuola del Teatro Stabile di Torino nel triennio 2006-2009, e laureata in Scienze dell'Educazione con una tesi sulla Compagnia teatrale integrata e comunitaria assaiASAI, della quale dal 2012 è attrice, educatrice ed assistente alla regia.

Valeria è attrice, regista e drammaturga, laureata al DAMS con una tesi sul Teatro delle Sorgenti di Grotowski, allieva del regista e pedagogista teatrale Enzo Toto dal 1997 al 2009, dal 2009 collabora con la compagnia di F.Scaldati.

S.A.T.  è una storia "vera". Vera e decisamente attuale: la storia di un'attrice in eterna formazione, disposta a lasciare tutto per seguire la sua vocazione, costretta a sopportare fallimenti e frustrazioni che in Italia, nel settore cultura, sono terribilmente all’ordine del giorno.
Ma non è una storia “depressa”, tutt’altro. In chiave tragicomica Erika La Ragione, in scena, riesce a farci ridere e commuovere per la determinazione con cui affronta, in modo tutto suo, le difficoltà, senza mai cedere, senza mai abbandonare.
Il suo eclettismo e la sua attitudine a "drammatizzare" gli episodi della sua vita sono, per la protagonista, riconducibili a una malattia che colpisce le persone dotate del naturale narcisismo dell'attore: la S.A.T. - Sindrome d'Astinenza da Teatro.

A Valeria Sara Lo Bue il merito di aver trasformato il primo soggetto di Erika in un testo che riesce a restituirci, anche attraverso la regia della stessa Lo Bue, una vicenda personale dove lo spettatore scopre, ridendo, il “backstage” dei giovani attori di oggi, attraverso il racconto degli affetti, degli insegnanti, delle persone incontrate lungo il percorso. Una fabula senza l'intreccio, un susseguirsi di circostanze deludenti e fallimenti tragicomici.

C'è poi una particolarità: il biglietto è "ribaltato": lo spettatore decide, una volta visto lo spettacolo, di pagare ciò che considera opportuno e giusto.

r.g.

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