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Politica | 29 maggio 2018, 11:10

Regione, M5S contro Boeti: "Sulla crisi istituzionale lui non super partes". La replica: "Mi scuso per aver usato il termine 'antidemocratici', ma ho fatto bene a difendere Mattarella"

In aula i pentastellati chiedono conto al presidente del Consiglio regionale delle sue dichiarazioni di ieri. Lui spiega: "Mi riferivo ai metodi, non ai partiti" e poi invita a usare il buonsenso. Chiamparino: ""C'è stato un vulnus democratico perché non si è rispettato l'equilibrio dei poteri tra Presidenza della Repubblica e Parlamento. Alle celebrazioni del 2 giugno si ritrovino tutti coloro che hanno responsabilità istituzionali"

Regione, M5S contro Boeti: "Sulla crisi istituzionale lui non super partes". La replica: "Mi scuso per aver usato il termine 'antidemocratici', ma ho fatto bene a difendere Mattarella"

Scontro, in apertura del Consiglio regionale, tra gli esponenti del Movimento 5 Stelle e Nino Boeti. I pentastellati hanno infatti chiesto in aula le scuse del presidente che ieri aveva rilasciato una dichiarazione sulla crisi istituzionale in cui aveva difeso Mattarella e parlato di Lega e Movimento 5 Stelle usando il termine 'antidemocratici'.

"Il presidente non è più super partes – hanno dichiarato in coro Davide Bono e Francesca Frediani – perché ha dato un parere politico che non si sposa con il suo ruolo istituzionale. Pretendiamo le sue scuse in aula".

Il presidente Boeti ha chiesto immediatamente la parola: "Se non avessi preso posizione a favore del Capo dello Stato e della Costituzione – ha spiegato – allora sì che non avrei onorato il posto che occupo. Se la consigliera Frediani pensa però che debba scusarmi per aver usato la parola 'antidemocratico', non ho problemi a farlo. Ribadisco però quanto ho inteso dire ieri: è stato il metodo utilizzato a essere antidemocratico, non le forze politiche".

Nella dichiarazione di ieri, Boeti aveva testualmente detto: "Credo che un partito sia antidemocratico se si rifà al fascismo e sono certo che sotto questo profilo la Lega e il Movimente 5 Stelle non lo siano. Ma le parole con le quali gli esponenti di queste forze politiche hanno aggredito il Capo dello Stato risultano essere, nei toni e nei modi, profondamente antidemocratiche".

La risposta è andata al consigliere Bono, che a nome del M5S ha accettato le scuse del presidente Boeti e ha poi ribadito: "Invitiamo a non confondere i commenti sui social con i comportamenti degli esponenti di rilievo delle forze politiche. Stiamo valutando l'articolo 90 della Costituzione, non siamo stati noi a provare a modificarla. Vi invito dunque a non evocare gli spettri del passato, come il ritorno del fascismo, se si parla di euro. L'Italia è un paese libero e sovrano e non deve sottostare a diktat di altri paesi".

"Invito tutti ad usare il buonsenso", ha poi concluso Boeti, "siamo chiamati a legiferare nell'interesse dei piemontesi, in questi 45 giorni non sono mai venuto meno al mio ruolo di arbitro".

A riaccendere gli animi sulla politica nazionale è stato poi però l'intervento del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino: "Quando un sindaco toglie il ritratto del presidente della Repubblica - ha detto - non siamo più nel campo dei commenti fatti in rete. E' la prima volta nella storia della Repubblica che un orientamento del Presidente non viene accolto. Propongo che alle celebrazioni del 2 giugno in piazza Castello si ritrovino tutti coloro che hanno responsabilità istituzionali".

“L’attacco mosso dal presidente del Consiglio regionale piemontese a due forze politiche presenti in Consiglio è fuori luogo nei toni e nei modi. Nino Boeti riveste un ruolo di garanzia, di rappresentanza di tutte le parti politiche, non deve entrare nell’agone politico in questo modo. Bene le scuse arrivate oggi, sperando però che episodi del genere non avvengano più”. Ad affermarlo il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Andrea Fluttero durante il dibattito sulle dichiarazioni rese ieri dal presidente del Consiglio regionale che ha definito “antidemocratiche” Lega e M5S.

Conclude Fluttero: “L’intervento del presidente del Consiglio piemontese è peraltro sbagliato anche nel merito. Il populismo si combatte risolvendo problemi concreti dei piemontesi e non discettando di Costituzione, un argomento che innervosisce i cittadini che ogni giorno subiscono lunghe liste d’attesa negli ospedali, hanno trasporti che non funzionano, perdono o non trovano posti di lavoro perché vivono in una regione che ha il PIL più basso delle regioni del Nord. Tutti problemi che la Giunta, presieduta dal Presidente Chiamparino ha il dovere di risolvere e che, in questi quattro anni, invece non è stato in grado di affrontare adeguatamente. Questo è il nostro compito e non quello di “giocare al “piccolo costituzionalista” come avvenuto oggi in Aula”.

Daniele Angi

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