A La Loggia la pediatria è andata in pensione, lasciando 500 bimbi senza dottore. E al momento la Regione non ha ancora trovato una soluzione definitiva. La vicenda è nota: a fine aprile Auxilia Foco ha cessato l'attività e si è ritirata. Il primo bando per trovare un sostituto è andato deserto: ad oggi quindi i piccoli pazienti nella fascia zero-6 si trovano costretti ad andare a Vinovo.
Un problema denunciato a Palazzo Lascaris dalla consigliera regionale del Pd Laura Pompeo, che ha sollecitato la Regione sulle misure da "adottare per risolvere la carenza di pediatri di base a La Loggia, garantendo così continuità di assistenza".
Il problema
Al momento però non è possibile emanare dei bandi per trovare una nuovo pediatra "fisso" per La Loggia . "Dalle valutazioni dei dati trasmessi alle Asl - ha spiegato con risposta scritta l'assessore alla Sanità Federico Riboldi - sono emersi elementi di criticità in merito ai massimali assegnati" ai medici per bambini.
"Questo comporta - ha proseguito - la necessità di adottare nuovi modelli organizzativi ed, in attesa di vagliare le complessità degli ultimi monitoraggi, non sono state pubblicate le carenze previste di fine marzo".
Riboldi ha però chiarito che, sino alla messa a regime delle nuove regole, è stata data indicazione alle Asl di "assegnare incarichi provvisori attingendo dalle graduatorie aziendali per rimediare ad eventuali situazioni emergenziali".
"La Regione - ha replicato l'esponente dem - ha dimostrato totale assenza di programmazione, considerando che il medico aveva comunicato il pensionamento già da febbraio".
Nallo (Stati Uniti d'Europa): "Inaccettabile: la Regione prende in giro le famiglie"
A salire sulle barricate oltre a Pompeo anche la capogruppo regionale di Stati Uniti d'Europa Vittoria Nallo: "È inaccettabile che si continui a nascondersi dietro tecnicismi normativi mentre interi territori, come La Loggia, sono abbandonati. È da novembre che segnaliamo il problema: ci rispondono che le carenze non sono state bandite allora, e oggi scopriamo che non le hanno bandite nemmeno a marzo, come sarebbe stato loro preciso dovere.
"Il fatto che si citi la possibilità di assegnare incarichi temporanei è una presa in giro: lo sappiamo tutti che nessuno accetta incarichi provvisori in territori desertificati, senza alcuna garanzia di continuità. Le famiglie non possono aspettare che l’Assessorato “vagli approfonditamente” — i bambini si ammalano oggi, e oggi devono essere visitati da un pediatra" conclude Nallo.