Bisogna smetterla con la storia che i torinesi sono schivi e poco accoglienti. O meglio, la convinzione di fondo può rimanere quella, ma almeno per due giorni l'anno, può essere smussata e addolcita.
Lo dimostrano i numeri di Open House, il progetto che invita i cittadini a scoprire tante bellezze architettoniche aprendo letteralmente la porta a tutti i curiosi, in modo del tutto gratuito.
Dopo il successo della prima edizione, l'evento si ripropone quest'anno nel weekend del 9 e 10 giugno.
“Il messaggio di Open House è semplice”, spiega il presidente dell'associazione omonima Luca Ballarini. “Dobbiamo amare l'architettura, prenderci cura dei luoghi attorno a noi, delle stanze in cui viviamo, dei quartieri che abitiamo, perché una città curata è una città che sa donare ai cittadini una vita migliore. Un patrimonio condiviso accresce infinitamente il suo valore e si tramanda di generazione in generazione”.
Il progetto vuole puntare sulla qualità e varietà degli spazi proposti: architettura contemporanea, arte barocca, grandi uffici, con un occhio attento al design e all'estro nel cercare le più diverse soluzioni abitative.
Tante le novità quest'anno, con oltre 140 spazi di visita. Spicca tra tutte sicuramente la Nuvola Lavazza recentemente inaugurata, da scoprire con un tour in alcuni dei suoi spazi privati. E ancora, il Grattacielo Intesa San Paolo, Bernini 2 nell'omonima piazza, il Collegio Carlo Alberto e il progetto “Abitare attorno alla corte”, che reinterpreta uno degli stabili ottocenteschi a Vanchiglia.
Già nel 2017 la “generosità” dei privati era stata uno degli elementi fondanti del successo di Open House. Anche quest'anno hanno risposto alla chiamata tanti cittadini, pronti ad accogliere i visitatori in preziosi dimore quali Casa Madama, Casa Morissey e Casa Phoenix (a San Salvario), Suite Matteotti e le Tre Viste in collina, con un panorama mozzafiato cui risponde dal centro città Casa con Vista, a Porta Palazzo.
Grande spazio è lasciato alla Torino storica – tra Palazzo Scaglia di Verrua, Palazzo Coardi di Carpeneto e Palazzo Chiablese – ma anche la periferia si sta preparando ad accogliere tanti visitatori.
L'intetresse architettonico di Open House si estende, infatti, persino ai parchi e giardini torinesi, alcuni dei quali riqualificati da poco. Basti pensare al Parco Peccei, ultimo esempio di area verde post-industriale, o al Parco Mennea. E, se si pensa alla fabbrica, come non includere il Parco Colonnetti, a Mirafiori Sud, che lambisce strade frequentate da tanti ex operai Fiat.
Sono anche in programma dei percorsi itineranti in quartieri periferici, da Barriera di Milano, a Falchera, a Borgata Mirafiori, e gli occhi torneranno a luccicare di fronte alle bellezze dei luoghi più amati dal pubblico dello scorso anno: il Palazzo della Luce, Casa Hollywood, Casa Okumé e La Casa tra gli alberi.
Il programma completo è consultabile sul sito: www.openhousetorino.it