È opportuno un gioco da tavolo sulla nascita dello Stato di Israele, alla luce del conflitto ancora in atto con i palestinesi? È questo l'interrogativo-polemica sollevato da più studenti questa mattina a Palazzo Nuovo durante l'Humanities in a day, dove gli studiosi umanisti hanno raccontato i propri progetti di ricerca attraverso poster scientifici, talk e visite guidate.
Tra di loro anche Giaime Alonge e Riccardo Fassone che hanno presentato Eretz Israel, un gioco da tavolo di simulazione storica che ricostruisce la genesi dello Stato di Israele, dalla dichiarazione Balfour del 1917, con la quale il governo inglese si impegnò a favorire la nascita di un focolare nazionale ebraico in Palestina, sino alla prima guerra arabo-israeliana del 1948-49. "Stiamo valutando di commercializzarlo", ha spiegato Riccardo Fassone.
Tra i due giocatori, che utilizzano gli strumenti del wargame tradizionale e un mazzo di carte, vince chi totalizza il punteggio più alto. A seconda del risultato nasce o meno lo Stato di Israele. Un gioco da tavola che però non ha mancato di attirare critiche da parte di studenti, visti le tensioni e il conflitto in atto.
Interrogato per un commento il professore dell'Università di Torino Ugo Volli, da sempre difensore di Israele, commenta: "Ci sono tanti giochi di strategia su temi attualità: non è detto che non si debba giocare su questo".
A intervenire nel dibattito anche il capogruppo della Lega, Nord Fabrizio Ricca: "Sicuramente è un'iniziativa controcorrente, che però può avere un solo finale: che lo Stato di Israele esiste con buona pace di tutti".