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Cultura e spettacoli | 07 luglio 2025, 21:15

Albatross, il film di Giulio Base sul reporter Almerigo Grilz a Torino: "Una storia che era giusto raccontare" [INTERVISTA]

La proiezione domani sera al Cinema Reposi in presenza del regista e direttore del TFF: "Mi auguro che possa portare a un dibattito fatto di rispetto e comprensione reciproca"

Albatross, il film di Giulio Base sul reporter Almerigo Grilz a Torino: "Una storia che era giusto raccontare" [INTERVISTA]

Dopo le presentazioni di Verona e Milano, Giulio Base arriva a Torino per presentare il suo ultimo film, Albatross

La pellicola, con protagonista Francesco Centorame (C’è ancora domani) nei panni del reporter di guerra, Almerigo Grilz, sarà proiettata domani sera al Cinema Reposi alle ore 21. 

La storia del giornalista triestino morto a soli 34 anni, primo reporter a perdere la vita in un conflitto dopo la Seconda guerra mondiale, mentre documentava una guerra dimenticata in Mozambico, è sempre stata “scomoda” per gli orientamenti politici dello stesso Grilz. 

“Continuo a sentire voci diverse e dissonanti - racconta il regista -. C’è chi lo ama, chi lo critica e chi ha curiosità. La prima a Torino l’aspetto con tanta gioia. Sono emozionato dal punto di vista personale, è la mia città, dove oggi sono direttore del Torino Film Festival”.

Come mai ha deciso di accettare di raccontare questa storia per tanti versi divisiva? 
“È una storia che mi sembrava giusto raccontare. Il mio fare cinema è così, non mi piacciono le storie piane, mi diverte anche scoprire delle cose che possono essere curiose e diverse. Sono contento che vengano anche le istituzioni, come Maria Grazia Grippo. Vorrei che attorno a questo film ci fosse un dibattito fatto di dialettica e di comprensione reciproca. Mi daranno del buonista, ma mi interessa poco”. 

Il personaggio di Grilz non è facile da raccontare, come si è approcciato al suo personaggio? 
"All’inizio ho detto di no alla casa di produzione che me lo ha proposto. Dopodiché, mi hanno saputo prendere, mi piace studiare e approfondire, mi hanno fornito testimonianze, libri, video. È nata una scintilla per la piccola ingiustizia che ha subito un ragazzo morto giovanissimo, ma che ha fatto bene il suo mestiere, e che tuttavia non è ricordato come altri. Non deve essere una damnatio memoriae. Questo senso di ingiustizia mi ha fatto ravvicinare. Non mi veniva il modo, non volevo che fosse divisivo o celebrativo. Poi ho letto questo libro con l’introduzione di Tony Capuozzo, storicamente uomo di sinistra con altro pedigree che diceva: “Non la penso come lui, ma è stato un giornalista che ha fatto cose uniche e straordinarie". Lì ho cominciato a pensare alla chiave, farlo raccontare dal suo nemico". 

Come ha scelto i protagonisti? 
“Per Grilz non è stato così complesso, mi piaceva molto Francesco, l’avevo visto in diversi film tra cui quello di Paola Cortellesi. Da subito mi era venuto in mente lui, ho capito quasi subito che era l’attore giusto. Un po’ più difficile è stato scegliere i due soci esistiti veramente, dovevo trovarli o triestini o di lì vicino, somiglianti, la scelta è poi ricaduta su degli attori che facevano davvero all’uopo. E poi il maestro Giancarlo Giannini, non avevamo mai avuto occasione di collaborare. Ha letto il copione e ha detto sì. Ha voluto mantenere le battute che avevo scritto, recitandole nel modo più essenziale e parziale possibile”. 

Che cosa si augura da questo film? 
“Che i giovani avessero una maggiore apertura nei confronti dell’altro di sé e dell’altro. Vedo che ci sono un po’ di polemiche, è inutile negarlo, ma per la maggior parte dai ‘vecchi’ come me, che scrivono innervositi. Mi arrivano messaggi che sono incredibili, è qualcosa di pazzesco il pregiudizio. I ragazzi hanno un altro tipo di attitudine, questo è un film che scava nel passato e lancia un sasso nel futuro per dire intanto che ci vuole rispetto delle altre idee, poi le si possono contrastare, non condividere, ma intanto vanno ascoltate”.

Chiara Gallo

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