Una signora entra di corsa in una stanza buia. È visibilmente agitata e ripete con fiato corto e paura: “Probabilmente sarà un’esercitazione”. Poco dopo, però, ecco udire i primi suoni frastornanti dei bombardamenti.
La scena cambia, e vicino a noi, ora, sono sedute alcune persone che, impaurite, pregano, discutono a proposito della guerra e cercano di rassicurarsi vicendevolmente, immersi nel freddo e nell’angustia di un rifugio antiaereo.
Il rifugio antiaereo è quello che, attualmente, è stato trasformato nel Museo della Resistenza. Gli scenari descritti, invece, sono quelli visibili, fino al 30 dicembre, nel percorso Torino, 12 giugno 1940: un’esperienza di realtà virtuale che, esattamente 78 anni più tardi, si propone di sensibilizzare il pubblico, soprattutto quello più giovane, sugli effetti e sulle drammatiche conseguenze che la Seconda Guerra Mondiale ebbe sulla città di Torino e sulla sua popolazione.
A dodici metri di profondità è stato allestito, infatti, un percorso esperienziale dal suggestivo impatto scenografico, che immerge letteralmente il fruitore in una di quelle angoscianti notti del 1940, utilizzando un linguaggio attuale – la realtà virtuale – particolarmente adatto alle nuove generazioni, inevitabilmente lontane, a livello temporale, dagli eventi trattati, cui il progetto auspica di fornire maggiori informazioni e cognizione al riguardo.
Perché “la conoscenza attraverso l’esperienza – come ha precisato l’assessore alla Cultura della Città di Torino, Francesca Leon – è lo strumento migliore affinché le persone acquisiscano consapevolezza circa la realtà vigente nella nostra città in periodo di guerra. Il tutto arricchito da una serietà scientifica e dalla cura dei contenuti, caratteristiche primarie per avvicinare la popolazione attuale al passato”.
Infatti, “cambiamento e innovazione – ha spiegato il direttore del Polo del ‘900, Alessandro Bollo – risultano essere fondamentali in un momento storico come il nostro, utili a creare gli anticorpi necessari ai fini della reazione al mutamento da parte del sistema culturale, che consentano, a quest’ultimo, di essere meno fragile”.
Il progetto è stato ideato da: Associazione Culturale Manitoba; Iconomia/The Virtual Lab; Associazione Culturale ManaManà; Agenzia per lo Sviluppo di San Salvario Onlus; Museo Diffuso della Resistenza; Polo del ‘900. Esso vede, infine, il sostegno della Compagnia San Paolo, nell’ambito “Bando Polo del ‘900”, mirato a promuovere la cultura come veicolo di innovazione civica e fautore di una riflessione partecipativa e inclusiva sui temi che animano il dibattito odierno.