Ieri, mercoledì 20 giugno, presso la libreria Scenario Libri di Letizia Formica in via Piazzi 7 bis, Paolo Giordano ha presentato il suo ultimo libro edito Einaudi “Divorare il cielo”, molto apprezzato dal pubblico.
Il libro, ambientato nella profonda Puglia, è la storia di Teresa e altri tre ragazzi, che vivono nella masseria adiacente alla sua. Estate dopo estate le loro vite diverranno sempre più indissolubilmente legate, fino ad arrivare all’età adulta. Un libro epico, che Paolo Giordano presente al pubblico dopo quattro anni di scrittura. Il titolo, racconta Paolo, è ispirato alla dimensione onirica che si contrappone a quello della storia, che è invece fortemente terrena.
La reale ispirazione del titolo, però, arriva da un libro di un filosofo tedesco fortemente anarchico che invitava i giovani a fare loro tutto ciò che li circondasse, fino ad arrivare a “divorare il cielo”. Una storia fatta di energie “paterne, materne e fraterne”, che si trasformano e cambiano sempre. Un libro in cui gli sguardi e il segreto fanno da protagonisti tanto quanto Teresa ed il resto dei personaggi.
Come nasce la voglia di fare lo scrittore, che originariamente non era ciò per cui ti eri formato?
Questa passione è nata come un hobby, ero sempre stato un lettore molto forte. Nel corso del tempo, sono stati gli eventi che hanno deciso al posto mio. Infatti, l’entità di quello che è successo con “La solitudine dei numeri primi” mi ha fatto capire che ero su una strada che non mi apparteneva troppo. Se non fosse stato così forte quel successo, forse non l’avrei mai accettato.
Nei tuoi libri, c’è sempre una storia d’amore tra i personaggi. Per te che cosa rappresenta questo sentimento e quanto muove la tua scrittura?
Secondo me incide soprattutto nella vita. Che cos’altro da senso a tutto? Non scriviamo d’amore perché paga, ma perché è un sentimento che da senso alla vita. In realtà non è la principale forza delle mie storie. Posso dire che è più forte l’inquietudine. Però l’amore è quasi sempre una possibilità per questi personaggi.
Come mai hai impiegato molto tempo tra la pubblicazione di un libro e l’altro?
Perché un po’ bisogna vivere in mezzo, se no cosa raccontiamo? La mia non è una scrittura seriale o codicistica. Devo avere una prospettiva nuova e della materiale esperienziale da rielaborare.
C’è un personaggio a cui sei particolarmente affezionato?
Penso Cesare, uno dei personaggi dell’ultimo libro, che mi manca ancora e a cui penso molto.


![Non si ferma il tennis a Torino: in arrivo le finali nazionali a squadre nel ricordo di Pietrangeli [VIDEO] Non si ferma il tennis a Torino: in arrivo le finali nazionali a squadre nel ricordo di Pietrangeli [VIDEO]](https://www.torinoggi.it/fill/90/90/fileadmin/archivio/torinoggi/2025/12/tennis_club_circolo.jpg)











