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Economia e lavoro | 25 giugno 2018, 11:39

Gli industriali guardano Torino da una Nuvola: "Non esiste una decrescita felice"

Assemblea generale dell'Unione di Torino presso Lavazza, per dare un'idea di domani. "Non stiamo declinando: dobbiamo puntare sulle eccellenze". Ma c'è diffidenza verso il Governo: "Nel contratto non c'è traccia di rilancio della manifattura"

Gli industriali guardano Torino da una Nuvola: "Non esiste una decrescita felice"

"Crediamo che un futuro migliore sia possibile". Cosi Dario Gallina, presidente dell'Unione Industriale di Torino ha introdotto i lavori dell'assemblea generale associati, ospitata in una "Nuvola". Quella della Lavazza, che con Marco Lavazza ha fatto gli onori di casa.

Ma tra i tanti ospiti presenti (non solo locali, ma anche di caratura nazionale) la linea di ragionamento è stata orientata al domani della città: una road mappa che identifichi linee guida per la crescita".

"Alcuni elementi sono migliorati rispetto al passato - ha detto Gallina -. La ripresa procede a un passo che fino a qualche anno fa non si sarebbe nemmeno osato immaginare. Ma le preoccupazioni derivano dal quadro politico e dal protezionismo. La nostra industria è già stata penalizzata e potrebbe esserlo ancora in futuro. Siamo un territorio fortemente esportatore, ma la risposta deve essere europea, a Trump".

E non manca una frecciata al governo: "Nel contratto non c'è traccia di sostegno del manifatturiero e ci allarmerebbe se non fosse confermato il Piano Calenda, che sta spingendo gli investimenti. Cosi come se fosse smantellato il Jobs act".

"Torino sta ancora smaltendo i postumi della crisi. Al picco della crisi abbiamo perso 40mila posti di lavoro, in parte soltanto recuperati - ha proseguito Gallina - ma noi sappiamo che Torino ha le potenzialità per rilanciarsi. Tuttavia i numeri dell'ultima indagine ci fanno vedere come il terzo trimestre sia ancora positivo per occupazione, produzione, ordini ed export. Ma in calo rispetto al secondo trimestre. Questo per una sensazione di opacità sul futuro, futuro in cui Torino deve essere moderna e inclusiva".

Ma per delineare le priorità per chi Torino la vive, l'associazione degli industriali ha sottoposto molti referenti a un giro di opinioni, per arrivare a una sintesi. E tra suggestioni e falsi miti, i messaggi sono stati piuttosto chiari: "Una decrescita felice non esiste - ha scandito Giorgio Barba Novaretti, docente universitario (di Milano) che ha realizzato lo studio - e il declino non è irreversibile, ma anzi vede alcune aziende leader molto più avanti della media. Ma bisogna sapere fare leva su di loro. Inoltre bisogna rafforzare le eccellenze attrattive rispetto alle forze centrifughe che sembrano portare tutto fuori da Torino".

E la manifattura? "Quella che compete sui costi non riesce a stare in piedi. Ma bisogna dare qualità e valore aggiunto. E rispetto a Lombardia ed Emilia, le aziende che fanno molta innovazione sono di più".

Massimiliano Sciullo

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