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Eventi | 06 luglio 2018, 11:49

"Dimmi chi sono", il film di Sergio Basso apre il suo crowdfunding

E' possibile partecipare connettendosi a indiegogo.com. La pellicola è prodotta dalla società torinese La Sarraz Pictures con il sostegno di Film Commissio

"Dimmi chi sono", il film di Sergio Basso apre il suo crowdfunding

C’è tempo fino al 12 agosto per contribuire alla raccolta fondi di Dimmi chi sono diretto da Sergio Basso e prodotto da La Sarraz Pictures, società di produzione cinematografica nata nel 2004 a Torino e che ha realizzato più di venti progetti tutti presentati e molto spesso premiati nei più prestigiosi festival di cinema​.

Dimmi Chi Sono racconta le vicende di Sarita, una ragazza di 13 anni nata a Khudunabari, un campo profughi in Nepal dove dal 1990 vivono più di 100.000 esiliati bhutanesi. Una storia incredibile, ma sconosciuta.
La Sarraz Pictures ha deciso di fare una scommessa: raccontare questa tragedia in modo totalmente innovativo e sorprendente. In Dimmi Chi Sono i rifugiati non racconteranno il loro passato e non spiegheranno cosa vuol dire perdere la propria identità. Lo canteranno e lo danzeranno. L’ironia è la sorprendente arma per raccontare una tragedia.

Questo film combina due generi apparentemente molto lontani fra loro, il musical e il documentario. Un ibrido nuovo, dunque, la cui lavorazione è iniziata nel 2008. Le riprese sono finite, Dimmi Chi Sono è stato girato, ma per permettere al film di essere distribuito nei cinema quest’anno c’è bisogno del supporto di tutti coloro che vogliono dar voce alla storia di Sarita e del suo popolo. Per tutte le donazioni sono previste delle ricompense speciali, l’elenco è consultabile sulla pagina della campagna di crowdfunding (http://igg.me/at/dimmichisonofilm).

“In questo momento politico e storico” afferma Alessandro Borrelli, produttore de La Sarraz Pictures, “credo che il Cinema debba essere sempre più veicolo di un messaggio culturale. Abbiamo iniziato a lavorare a Dimmi Chi Sono molti anni fa, anni in cui non pensavamo che questa vicenda - che parte da una storia piccola per raccontare un concetto universale - sarebbe stata così tristemente attuale. Ottanta minuti per fermarci a riflettere sul concetto di identità e sradicamento di persone che troppo spesso non vengono considerate come tali.”

r.g.

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