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torinoggi.it | 23 settembre 2018, 11:21

Oggi la Bela Rosin e Vittorio Emanuele raccontano la storia del cioccolato nel Mausoleo riaperto

All'interno della rassegna Slow Food a Mirafiori, un pomeriggio in compagnia del gruppo storico "Miraflores" e delle Biblioteche civiche torinesi, con merenda a cura della cooperativa "I passi" e della ditta Domori

Oggi la Bela Rosin e Vittorio Emanuele raccontano la storia del cioccolato nel Mausoleo riaperto

Riapre al pubblico il gioiellino storico di Mirafiori Sud dopo il recente restauro avviato ad agosto. Il Mausoleo della Bela Rosin sarà sede, nel pomeriggio, di un evento inserito all'interno del programma di Slow Food per il Salone del Gusto, interamente dedicato al cioccolato e alla dinastia sabauda.

Alle 15.30 e alle 17 il pubblico potrà assistere alla rappresentazione storica del gruppo "Miraflores", che da anni porta avanti un lavoro di ricerca e documentazione sulle vicende antiche dei Savoia. Saranno niente poco di meno che Rosa Vercellana e re Vittorio Emanuele II a raccontare di amori e intrighi regali, mescolati all'affascinante storia del cioccolato. Una delizia, poi definita "il cibo degli dei", giunta in Europa grazie ai conquistadores spagnoli, ma diffusa in tutta Italia proprio a partire dalla corte del cinquecentesco Castello di Mirafiori, ora distrutto. Afrodisiaco celebrato da dame e seduttori - tra cui Casanova -, venne abilmente (e golosamente) sfruttato da Caterina d'Asburgo per alimentare le voglie del marito, il duca Carlo Emanuele I, temendo che potesse col tempo stufarsi di lei, deturpata dal vaiolo. E questo è solo uno dei tanti aneddoti di cui oggi il pubblico potrà cibarsi, ammirando le perfette riproduzione degli abiti d'epoca indossati dai figuranti.

Ma non solo: durante il pomeriggio si alterneranno gruppi di lettura delle Biblioteche civiche torinesi e del Sistema bibliotecario dell’area metropolitana area sudovest, con "Sapori da ascoltare: letture a alta voce e proposte per un menù letterario sostenibile". A seguire, merenda presso la cooperativa "I passi", di fronte al Mausoleo, con degustazione del pane lì prodotto e del cioccolato Domori. 

Giunge così a termine un nuovo tassello del recupero del "piccolo Pantheon" di Mirafiori, riaperto al pubblico nel 2005 dopo un lungo periodo di abbandono. Fu costruito nel 1886 per accogliere le spoglie di Rosa Vercellana, amata da Vittorio Emanuele. Di origini popolane, la "Bela Rosin" venne sempre disprezzata dalla corte, portando comunque avanti col futuro re d'Italia - già sposato con la cugina Maria Adelaide d'Asburgo - una relazione inizialmente clandestina, poi coronata nel matrimonio alla morte della legittima moglie. 

Una storia da fiaba, quella di Rosa, originaria di Nizza Monferrato. Appena quattordicenne, incontrò il principe ereditario in circostanze di cui esistono differenti versioni. Lui rimase completamente rapito dalla sua bellezza così florida, con grandi occhi scuri e capelli lunghi a incorniciarle il viso pieno. Seduttore doc e collezionista di numerosissime amanti, si legò a lei in modo indissolubile, e ne nacquero due figli: Vittoria ed Emanuele. Rosa, nonostante le avversioni dei regali, venne poi nominata contessa di Mirafiori e di Fontanafredda, e nel 1869 i due si sposarono con rito religioso. Nessun titolo di regina per la Bela Rosin, ma solo quello di moglie morganatica. Per di più, i Savoia, alla sua morte, proibirono che venisse sepolta accanto al marito nel Pantheon di Roma; così, i figli decisero di far erigere un mausoleo a lei dedicato, che venne progettato nel 1886 in stile neoclassico dall'architetto Angelo Demezzi. 

Col tempo il Mausoleo ne ha passate di ogni tipo. Nel 1972 è stato aperto al pubblico, ma, nello stesso anno, anche profanato. Così i resti di Rosa e dei suoi discendenti sono stati trasferiti al Cimitero Monumentale di Torino. E' seguito un lungo periodo di abbandono, con il vociferare di presunte messe nere praticate all'interno. Fino a un nuovo interesse da parte delle amministrazioni comunali, a partire dagli anni '80, poi culminati con la riqualifica col nuovo millennio. Un intervento che non ha snaturato l'origine dell'edificio, includendo, tra le modifiche, un parquet come pavimento e un vetro a copertura della della cupola.

Ora il Mausoleo rivive grazie a frequenti rappresentazioni storiche, visite guidate e tanti eventi promossi dalla Circoscrizione 2 e dal Comune di Torino. E quest'anno, con il marchio Slow Food, brilla di una luce ancora più accesa. 

Manuela Marascio

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