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Attualità | 08 ottobre 2018, 18:01

Da Barricalla in poi, Torino si interroga sul futuro dei rifiuti speciali

Dagli spazi da bonificare al giro d'affari legato all'illegalità. A Collegno una realtà virtuosa, ma si deve guardare avanti. Battaglino: "Servono impianti e una politica seria che non alimenti circuiti irregolari"

Da Barricalla in poi, Torino si interroga sul futuro dei rifiuti speciali

A Torino (per la precisione Collegno) esiste una realtà speciale come Barricalla, arrivato a trent'anni di attività e con un quinto lotto inaugurato da pochi giorni. Ma il tema dei rifiuti, soprattutto quelli ostici da trattare, resta un punto interrogativo che spesso fatica a trovare risposte.

"Miliardi di tonnellate di rifiuti speciali, a livello europeo. Un problema arrivato solo di recente in agenda, ma di estrema importanza per tutti noi", commenta Alessandro Battaglino, presidente di Barricalla spa.

E poi terre che vanno bonificate, dopo il boom dei decenni scorsi che non ha camminato di pari passo con la sensibilità ambientale dei giorni nostri. Oppure l'amianto, che è un "nemico" emerso in tempi decisamente recenti. Un circuito che fa gola ad ambienti che si muovono peraltro al di fuori della legalità.

La risposta a tutte queste incognite sembra essere la formula magica dell'economia "circolare". "Ma non è così - sottolinea Chicco Testa, presidente di FISE Assoambiente - perché servono impianti e strutture per ridurre davvero a zero l'impatto dei rifiuti. L'economia circolare non cancella per magia la categoria dei rifiuti".

I dati più recenti dicono che in Europa si producono 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti ogni anno. Di questi, il 90% sono appunto speciali, pericolosi e non. E le 12 discariche italiane autorizzate a ricevere e smaltire questi rifiuti in modo corretto vedono naturalmente diminuire anno dopo anno le loro capacità.

"Serve una strategia italiana ed europea - dice ancora Battaglino - un impegno imprescindibile a tutela della salute dei cittadini di oggi e di domani".

Oggi Barricalla si estende su 180mila metri quadri, con un volume che supera gli 1,8 milioni di metri cubi. E con i suoi 4680 metri quadrati di pannelli fotovoltaici sulla cima dei lotti già terminati produce il corrispondente dell'energia consumata in un anno da 400 famiglie, evitando 700 tonnellate di CO2 emessa nell'aria.

"C'è ancora molto da fare - ha detto l'assessore regionale all'Ambiente, Alberto Valmaggia - ma come Regione abbiamo già compiuto passo avanti dal punto di vista delle normative".

Massimiliano Sciullo

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