“In momenti poco felici come questi, si evoca volentieri la cabala”. Ma non è bastato ricordare che a Torino, nel settembre 2015 (allo Juventus Stadium) il Frosinone conquistò il primo storico punto in serie A e che all’Olimpico (ma a porte chiuse) a fine agosto ha ottenuto il primo e unico punto di questo tribolato inizio di campionato.
I ciociari sono stati sconfitti 3-2 nell’anticipo di venerdì in una partita ricca di gol e di capovolgimenti di fronte, ma anche di tanti errori. Roberto Caporilli, inviato di Tg24.info, ha raccontato le emozioni di una sfida in cui la squadra del grande ex Moreno Longo è stata a lungo in svantaggio ma poi ha assaporato il gusto dell’impresa: “Sul 2-2 ci abbiamo creduto davvero, poi è arrivato il gran gol di Berenguer, però almeno stavolta il Frosinone è stato in partita fino alla fine, ha dimostrato di poter meritare questa categoria e di giocare in palcoscenici così prestigiosi”.
E, nonostante la sconfitta, adesso la panchina di Longo è meno traballante: “Guai a mettere in discussione l’allenatore, è con lui che questa squadra è venuta in serie A. Capisco che quando si inizia a perdere molte partite, può nascere l’idea di tentare la scossa con il cambio del tecnico, ma a me risulta che finora la proprietà non avesse contattato nessuno”.
In Ciociaria hanno adottato questo giovane mister che tanto bene aveva fatto alla guida della Primavera del Toro e che venerdì ha ricevuto tantissimi applausi e cori dal suo vecchio pubblico. Si dice che a Frosinone dicano che gli è stato chiesto di friggere con l’acqua frizzante, per rendere l’idea di quale impresa dovrebbe compiere per mantenere in serie A questo gruppo.
“E’ certamente più facile che il Toro vada in Europa piuttosto che il Frosinone riesca a salvarsi - sostiene Caporilli -. I granata sono stati costruiti per arrivare a certi traguardi, la proprietà ha fatto investimenti importanti, non ha venduto nessuno dei migliori, la rosa ha diversi giocatori di qualità. E poi, anche se nelle ultime partite non è andato a segno, ha un centravanti come Belotti, che è quella punta che manca per esempio alla nostra squadra, un finalizzatore capace di fare la differenza”.
Per Roberto Caporilli venire a Torino è stata comunque un’emozione: “Questa è stata la prima capitale d’Italia, è una città bellissima, che dopo le Olimpiadi ha cambiato volto, è migliorata ed è diventata più moderna, più viva. Non è solo la città della Fiat, come è stata per decenni. La speranza è di poterci tornare, oltre che per la sfida contro la Juve nel girone di ritorno, anche e soprattutto nella prossima stagione".