E' fissata per domani a Roma, presso gli uffici del Ministero del Lavoro, la fase forse decisiva della vertenza Comital-Lamalù, che sta portando Volpiano sotto i riflettori nazionali come forse solo Embraco ha fatto per Riva di Chieri.
Sul tavolo, come è ormai noto, ci sono quasi 130 lavoratori distribuiti tra le due aziende, che ormai da 4 mesi non percepiscono più alcuno stipendio, né ammortizzatore sociale, visto che il Tribunale di Ivrea ha sentenziato il fallimento di entrambe le aziende, bloccandoli di fatto in un limbo da cui non riescono a uscire.
Se da un lato, infatti, non sono ancora formalmente disoccupati (anche se il 28 settembre è stata fatta partire la procedura di licenziamento), dall'altro non esiste più la cassa integrazione per cessazione d'attività e dunque nessuna forma di reddito è mai intervenuta in questo periodo, portando a condizioni anche decisamente difficili. Tanto che la tensione, la scorsa settimana, è anche sfociata in momenti di scontri che per poco non si sono trasformati da verbali a fisici, di fronte all'assessorato regionale al Lavoro di via Magenta. I lavoratori non ne possono più. E hanno anche contestato pesantemente la forma di microcredito che è stata organizzata per cercare di fornire una soluzione-ponte, sottolineando che per chi si trova nelle loro condizioni non è possibile fornire garanzie per ottenere quello che a tutti gli effetti è un prestito e non una donazione a fondo perduto.
Il vertice romano di domani, alla luce di tutto questo, servirà per capire se esiste la possibilità di fornire una forma di cassa integrazione. Prospettiva che, anche alla luce degli ultimi decreti, non sembrava così concreta.
E proprio su questo punto attacca Fiom-Cgil. "La situazione dei lavoratori di Volpiano è paradossale - dice Federico Bellono, segretario provinciale di Fiom Cgil -. Dire come si è detto in questi giorni che si tratterebbe di elemosinare una qualche forma di cassa integrazione è del tutto fuori luogo".
"I lavoratori sono già stati dal Governo - aggiunge Julia Vermena, responsabile per Fiom di Comital e Lamalù - e proprio i tecnici che accompagnano il ministro e vicepremier Di Maio a dire che il decreto 44 riguardava anche Comital, della cui situazione erano perfettamente al corrente".
"Di fronte a lavoratori che da giugno sono senza reddito - concludono i due sindacalisti - sarebbe davvero inaccettabile se ora sorgessero complicazioni, che dovrà in ogni caso essere il Governo a risolvere".
Mercoledì mattina, infine, l'incontro presso l'assessorato regionale al Lavoro di via Magenta.